MESSINA. Nonostante le 68 prescrizioni al progetto definitivo raccomandate dal comitato scientifico (che il progetto l’ha comunque approvato all’unanimità), e le 239 integrazioni richieste dal Mase, il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, ai fini delle valutazioni d’incidenza e impatto ambientale, malgrado il lungo iter burocratico per poter arrivare agli espropri (e quindi poter accedere a case e terreni ai quali al momento è negato l’accesso perchè la Stretto di Messina Spa non ha alcuna titolarità per farlo) non si concluderà ottimisticamente prima di settembre, e sebbene il progetto esecutivo sia ancora molto lontano dall’essere approvato, come mai il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini continua a dire che i cantieri del ponte sullo Stretto di Messina apriranno entro l’estate?

Salvini, consapevolmente o meno, gioca sul fatto che prima dei cantieri veri e propri, con ruspe, talpe, abbattimenti e posa di opere a terra, sono previste tutta una serie di attività preparatorie: si chiamano “prestazioni anticipate”. Di cosa si tratta? Escludendo gli espropri, ancora lontani, ci sono per esempio la bonifica di eventuali ordigni esplosivi (di cui il sottosuolo di Messina è particolarmente ricco), le indagini archeologiche, geotecniche, geognostiche e ambientali, quindi i rilievi topografici e le opere di compensazione ambientale: in un secondo tempo, quando saranno definiti gli accordi per gli espropri, partiranno le acquisizioni vere e proprie di case e terreni, le le demolizioni, l’allestimento cantieri operativi e campi base (recinzione, preparazione delle aree, allacci idrici ed elettrici, realizzazione della pavimentazione di cantiere, installazione di aree industriali), e la risoluzione delle interferenze tra aree e viabilità di cantiere con la normale viabilità cittadina (a Contesse, per esempio, la data prevista di fine operazione è metà del 2025).

Che tempistiche hanno questi interventi? Lo spiega il documento “Programma anticipato di opere e servizi”: tutto è subordinato, spiega il documento, “all’esito dell’adozione della determinazione del CIPESS (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e Sviluppo Sostenibile)”,  e in seguito a questo alla “sottoscrizione dell’atto aggiuntivo al contratto di Contraente Generale”. La data ipotizzata è il 28 aprile 2024. Che con molta probabilità non sarà rispettata.Seguirà un periodo di circa 1 mese il cui il Contraente Generale mobilizzerà le risorse necessarie all’esecuzione delle prestazioni anticipate – spiega il documento – Al contempo il Contraente Generale metterà in atto le procedure necessarie al fine di occupare temporaneamente le aree destinate all’esproprio e ove possibile ad acquisire le aree di più imminente necessità tramite accordi bonari con i rispettivi proprietari”. Anche quest’ultima fase è piuttosto lontana dall’essere completata.

“Successivamente – continua il documento – su ciascuna area si procederà con le attività propedeutiche alla cantierizzazione ovvero: Bonifica ordigni esplosivi, Indagini archeologiche, Risoluzione interferenze, Demolizioni. Una volta sgombera ciascuna area di cantiere sarà recintata (il cronoprogramma prevede metà dicembre per Faro e fine dicembre per Contesse) e allestita secondo le necessità delle successive lavorazioni così come determinato dal progetto di cantierizzazione”.

(foto di copertina di Roberto De Domenico)

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