MESSINA. Il consiglio comunale di Messina si avvia a una rivoluzione nell’andamento dei lavori d’aula, decisa dalla giunta, ma che dovrà ricevere l’avallo (scontato, data la maggioranza schiacciante, ma necessario, perchè tecnicamente il consiglio comunale è sovrano per quello che riguarda il suo stesso andamento) da parte del consiglio comunale: praticamente la continuazione di quanto Cateno De Luca aveva fatto votare nel tardo 2018 (e che poi nei fatti non ha avuto alcun effetto) sarà portata avanti da Federico Basile. Questo perchè, spiega la delibera, nel programma elettorale di Basile “erano previste modifiche al vigente Regolamento del Consiglio Comunale volte a modificarne tutte quelle disposizioni che durante l’esperienza del precedente mandato politico si sono dimostrate tali da favorire comportamenti ostruzionistici rispetto al buon andamento dei lavori d’aula o da consentire la riscossione del gettone di presenza anche con una presenza ai lavori minima rispetto alla durata della seduta. Cosa cambierà, se passerà (e passerà) la proposta di delibera? Intanto, come era stato già annunciato, il meccanismo dell’astensione nel voto delle delibere, oggi sommata ai voti negativi: è prevista una modifica al regolamento d’aula per cui ogni deliberazione “si intende approvata quando abbia ottenuto il voto favorevole della maggioranza dei votanti, ossia un numero di voti a favore pari ad almeno la metà più uno dei votanti. Gli astenuti non sono presi in considerazione ai fini della determinazione del quorum funzionale necessario all’approvazione delle deliberazioni”, recita la delibera. Poi il gettone di presenza: cambiano le modalità per ottenerne uno. I consiglieri comunali che non siano stati effettivamente presenti per un tempo pari ad almeno i 3/4 della durata dei lavori di consiglio comunale o delle commissioni consiliari, non hanno diritto a percepire il gettone di presenza. L’assenza anche temporanea dai lavori del consiglio comunale deve regolarmente risultare dal verbale di ogni singola seduta anche con l’ausilio dei tabulati elettronici. Cambieranno anche i tempi, più snelli e contingentati. Le commissioni dovranno necessariamente esprimere il proprio parere sulle proposte presentate dal sindaco, dagli assessori o dalla giunta comunale entro il termine di cinque giorni dall’acquisizione dei pareri di legge. Inoltre non sarà più possibile presentare in consiglio comunale emendamenti che non siano stati presentati nelle commissioni competenti per materia. Cambierà la prassi anche per la presenza dell’amministrazione in aula. Qualora sia richiesta la presenza alla seduta del sindaco o degli assessori, il presidente del consiglio comunale (Cateno De Luca stesso, almeno fino alle dimissioni annunciate dal suo gruppo un mese e mezzo fa) è tenuto a concordare con gli stessi la data della seduta, “tenendo conto anche delle esigenze e degli impegni degli stessi”. Giro di vite anche per le commissioni, per anni “terra di nessuno” in cui bastava entrare qualche minuto per avere il gettone di presenza (pratica che è scaturita nell’inchiesta “gettonopoli”). I certificati di effettiva presenza rilasciati ai consiglieri (necessari ai fini del rimborso degli oneri riflessi che spettano per legge al datore di lavoro) riporteranno l’effettiva presenza all’interno della seduta di commissione permanente solo se saranno stato presenti per un tempo corrispondente ad almeno i 3/4 della complessiva durata della commissione. Il certificato avrà validità a partire dall’orario di prima convocazione, in particolare nel caso in cui il Consigliere fosse presente in prima convocazione con seduta deserta e presente anche in seconda convocazione, la sua presenza sarà calcolata dall’orario di prima convocazione sino alla durata della sua intera partecipazione;

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