MESSINA. A Messina si vota per abolire l’astensione, a Roma si vota… con l’astensione. E’ il doppio, schizofrenico volto di Sud chiama Nord, ultimo volto del progetto politico di Cateno De Luca che a Messina governa con l’amministrazione di Federico Basile, che in qualità di sindaco ha firmato una proposta di delibera di giunta, che dovrà passare dal voto in consiglio comunale (dove De Luca è presidente e la sua maggioranza è schiacciante) per eliminare di fatto la possibilità per i consiglieri di astenersi dal voto, scelta che oggi è equiparata al voto negativo. La delibera si propone di modificare il regolamento del consiglio comunale facendo sì che “ogni deliberazione del Consiglio Comunale si intende approvata quando abbia ottenuto il voto favorevole della maggioranza dei votanti, ossia un numero di voti a favore pari ad almeno la metà più uno dei votanti. Gli astenuti non sono presi in considerazione ai fini della determinazione del quorum funzionale necessario all’approvazione delle deliberazioni (lo stesso meccanismo della Camera ma non del Senato, ndr)”. Un vecchio cavallo di battaglia di Cateno De Luca, che da sindaco aveva spesso attaccato la prassi dell’astensione, e aveva più volte dichiarato di volerla abolire. Senonchè, per una curiosa circostanza, i due eletti di Sud chiama Nord al parlamento, la senatrice Dafne Musolino e il deputato Francesco Gallo, nella votazione sulla fiducia al governo di Giorgia Meloni, hanno scelto proprio di astenersi dal voto. Esercitando una scelta, cioè, che a Messina si vuole eliminare. Secondo la delibera, “i consiglieri che si astengono dal voto dovrebbero computarsi solo nel numero necessario a rendere legale l’adunanza, ma non nel numero dei votanti”, perchè “se l’astenuto ha voluto auto-escludersi dal procedimento della votazione e, di conseguenza, dal suo risultato, il calcolo delle maggioranze andrebbe operato sui soli votanti“. Secondo Basile, che ha firmato la proposta di delibera, l’astensione, prassi riconosciuta in tutte le assemblee legislative “ha agevolato condotte ostruzionistiche, adottate al solo scopo di impedire la formazione della volontà assembleare consentendo ai consiglieri di potere di fatto concorrere, insieme ai voti contrari, al diniego all’approvazione di una delibera senza tuttavia dovere assumere la responsabilità, né la motivazione, corrispondente alla votazione espressa che si equipara ad un voto contrario Infatti l’astensione, non esprimendo una manifestazione di volontà, non necessita di motivazione diversamente da quanto è richiesto per l’espressione di voto favorevole o contraria”.

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