Frank Zappa, Palermo, 14 luglio 1982

 

Palermo, nel 1982, probabilmente assomigliava molto da vicino a Beirut: strade sventrate da autobombe, vetrine infrante a colpi di mitra, cadaveri lanciati per strada a decine: quell’anno, la mafia stermina metà della famiglia del pentito Masino Buscetta, il prefetto Carlo Alberto Dalla Chiesa, il deputato Pio La Torre, le loro scorte, i loro familiari, agenti di polizia, militari dei carabinieri e pure altri mafiosi, in una mattanza che pare non finire mai. Non è il posto migliore per organizzarvi un concerto, Palermo.

Senonché Frank Zappa, poliedrico genio musicale californiano, decide di rendere omaggio ai suoi natali (i genitori erano di Partinico) e chiude il tour italiano proprio a Palermo, il 14 luglio. Un evento di tale portata in Sicilia non si vedeva da tempo, forse non si era mai visto.

Come nei paesi sottoposti a dittatura militare, a Palermo lo stadio della Favorita è blindatissimo, pieno di agenti in tenuta antisommossa armati fino ai denti e organizzato che peggio non si potrebbe: palco a centrocampo, e pubblico in curva, a sessanta metri di distanza, e nessuna possibilità di avvicinarsi. I musicisti, ovviamente, suonano scoglionatissimi.

Non così Zappa, che cerca di mascherare stupore e imbarazzo dietro l’ironia che lo ha sempre contraddistinto. La band inizia a suonare, macinando quella impressionante miscela di jazz, rock, blues, fusion e cabaret che era l’indecifrabile marchio di fabbrica del musicista. Dalle tribune si vede male e si sente peggio, e qualcuno tenta l’incursione nel prato. Il primo, poi il secondo, poi una trentina.

Temendo chissà che insurrezione, le forze dell’ordine iniziano a lanciare lacrimogeni, il tutto nell’incredulità della band sul palco, che inizialmente continua a suonare poi, sotto il fuoco incrociato, abbandona il palco, dopo l’appello di Zappa alla tranquillità. Inascoltato.

Termina così, dopo mezzora di musica sottotono e con il fuggi fuggi generale, l’attesissimo concerto di Frank Zappa a Palermo. Di quella surreale serata (surreale anche per i canoni zappiani), nel 2012 Salvo Cuccia propose un documentario, facendo tornare in Sicilia la moglie e due dei figli di Zappa: Gail, Dweezil e Diva. Per chiudere il cerchio.

 

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nando
nando
11 Luglio 2019 1:16

Io ero a messina la sera del concerto di james brown, cerco disperatamente le foto di quella sera, di qualsiasi foggia non importa, per custodirle gelosamente come ricordo. Chi mi puo’ aiutare?

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[…] I destini di Thom Yorke (e dei Radiohead) si sono già incrociati con la Sicilia 25 anni fa, in occasione di un memorabile concerto al Cibali di Catania, ad agosto del 1995, quando il gruppo, già conosciuto in patria e con un paio di singoli di successo, ma non ancora famoso tra il grande pubblico, aprì per gli americani (e parecchio celebri) R.E.M. (rubando loro la scena…qui il racconto della serata) […]

Simone Mercurio
Simone Mercurio
3 Aprile 2021 0:55

Io ho un ricordo preciso di un concerto di James Brown visto per caso in una piazza di Mondello. Per caso perché no sapevo ci fosse. Lessi poco prima una locandina e mi fiondai in una piazza semivuota,quando in una atmosfera distratta e surreale sali “the Godfather of funky”. E rimasi incantato.

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[…] Era l’agosto del ‘95, quando a Catania  andò in scena un concerto che passò alla storia, quello che vide sullo stesso palco R.E.M. e Radiohead. Ad aprire il concerto di Michael Stipe e compagni, oltre i Flor de Mal  (band catanese) fu […]