Iron Maiden, Priolo, 2 maggio 1993

 

Quando i metallari si spostano per seguire i loro idoli, si spostano sul serio. E in massa. Treni, auto, autostop, magliette nere e capelli lunghi, niente ferma la “metal militia”, figurarsi per gli Iron Maiden, che non sono solo un gruppo metal: sono IL gruppo metal, un culto ai quali i seguaci sono maniacalmente devoti.

E però è il 1993, gli inglesi non sono più i dominatori del mondo della musica estrema. Superati in celebrità dai Metallica, in intensità dai Pantera e in attitudine stradaiola dai Guns’n’Roses, i cinque stanno anche per subire l’abbandono del cantante Bruce Dickinson, che al termine del tour appenderà il microfono al chiodo per dedicarsi alla famiglia e a…prendere il brevetto di pilota d’aerei di line per voli intercontinentali. E infatti, il tour viene imbottito di date in luoghi in cui i gruppi rock stranieri non arrivano esattamente spesso, tipo il sud Italia: Priolo, in provincia di Siracusa, ma anche Reggio Calabria.

Tutti problemi che i fan nemmeno stanno a considerare, attratti come sono, specie quelli siciliani, dalla possibilità di non doversi sparare dieci ore di treno minimo come ogni volta. E il palazzetto di Priolo si riempie. Nel gruppo c’è tensione, e la scenografia del palco, con l’onnipresente mascotte Eddie, disegnata tredici anni prima da Derek Riggs, fa da sfondo a rapporti, non solo musicali ma anche umani, che stanno andando in frantumi. A chi sta sotto il palco, dei problemi personali del gruppo non gliene importa assolutamente nulla. Headbanging furioso, pugni in alto, canzoni urlate, pogo violento, gli ingredienti per una serata memorabile ci sono tutti.

Seppure in crisi, la band mostra come sempre una professionalità encomiabile: furiosi assalti chitarristici, basso galoppante, batteria potente e voce da tre ottave di estensione fanno andare in delirio la massa di fan giunti da tutta la Sicilia. I successoni, da The Number Of The Beast a The Trooper e Run To The Hills ci sono tutti, così come i bis.

La critica, in quel tour, non fu tenera coi Maidens: il grunge aveva appena messo a nudo il manierismo di certo metal pomposo e teatrale, lo stesso mondo dell’heavy metal si apprestava a diventare più heavy, più violento, più meccanico, più belluino. Tutte ottime ragioni. Delle quali, però, i dodicimila del palazzetto di Priolo Gargallo, per qualche ora, se ne sono fottuti bellamente. Tributando i giusti onori ai padrini del metal, arrivati in Sicilia per portare a domicilio il verbo. E la serata andò così bene che l’anno successivo gli Iron Maiden suonarono ad Acireale. Ma quella volta invece, riportano le cronache, fu un mezzo fiasco.

 

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nando
nando
11 Luglio 2019 1:16

Io ero a messina la sera del concerto di james brown, cerco disperatamente le foto di quella sera, di qualsiasi foggia non importa, per custodirle gelosamente come ricordo. Chi mi puo’ aiutare?

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[…] I destini di Thom Yorke (e dei Radiohead) si sono già incrociati con la Sicilia 25 anni fa, in occasione di un memorabile concerto al Cibali di Catania, ad agosto del 1995, quando il gruppo, già conosciuto in patria e con un paio di singoli di successo, ma non ancora famoso tra il grande pubblico, aprì per gli americani (e parecchio celebri) R.E.M. (rubando loro la scena…qui il racconto della serata) […]

Simone Mercurio
Simone Mercurio
3 Aprile 2021 0:55

Io ho un ricordo preciso di un concerto di James Brown visto per caso in una piazza di Mondello. Per caso perché no sapevo ci fosse. Lessi poco prima una locandina e mi fiondai in una piazza semivuota,quando in una atmosfera distratta e surreale sali “the Godfather of funky”. E rimasi incantato.

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[…] Era l’agosto del ‘95, quando a Catania  andò in scena un concerto che passò alla storia, quello che vide sullo stesso palco R.E.M. e Radiohead. Ad aprire il concerto di Michael Stipe e compagni, oltre i Flor de Mal  (band catanese) fu […]