MESSINA. A meno di una settimana dal voto, LetteraEmme riassume i programmi dei cinque candidati a sindaco. Dopo Dopo Salvatore Totaro, Gino Sturniolo, Maurizio Croce, e Franco De Domenico, oggi è il turno di Federico Basile, candidato a sindaco di Sicilia Vera – Cateno De Luca presidente.
Con tre tomi e 144 pagine, il programma del, Federico Basile è di gran lunga il più corposo dei cinque presentati da tutti gli aspiranti primi cittadini di Palazzo Zanca. Anche il più lezioso: dove gli altri si limitano (alcuni anche troppo) all’elencazione dei punti programmatici, Basile indugia, per esempio, in una luna enunciazione (32 pagine) con quello che è stato trovato dall’amministrazione di Cateno De Luca, cosa ha lasciato la stessa amministrazione, la composizione della quadra di governo, e qua e là slogan da campagna elettorale tipo “Noi, a differenza degli altri, sappiamo già come proseguire l’attività amministrativa senza perdere un giorno di tempo! “. Terminata la descrizione  del passato e dello stato di fatto, secondo l’ex amministrazione (che richiama integralmente la relazione di fine mandato), partono i punti programmatici. E rispunta il casinò: “rivendichiamo il sacrosanto diritto di poter realizzare a Messina un casinò come i quattro già esistenti nelle regioni del Nord Italia”, si legge (anche se non più previsto, come da De Luca quattro anni fa, a Palazzo Zanca), accanto alle proposte per il ponte sullo Stretto, ma anche per il superamento del conflitto giurisdizionale tra Comune e i vari enti a vario titolo proprietari di aree a tutti gli effetti comunali (dal nome, che riecheggia uno slogan leghista di qualche anno fa “Padroni a casa nostra”). Poi comincia il vero programma, anche questo ultradettagliato e pieno di considerazioni personali, e che inevitabilmente si basa su punti presenti nel programma di De Luca del 2018. Si parte col punto più controverso, quello della mille assunzioni, che diventano nel programma “almeno mille”. Qui un articolo di LetteraEmme sul fatto che Basile ad ottobre, da direttore generale aveva previsto zero assunzioni nel piano triennale del fabbisogno del personale (e qui la risposta di Basile, con la replica di LetteraEmme). Bizzarro poi il punto in cui si spiega che “sarà modificato il regolamento di funzionamento del consiglio comunale con l’abolizione dell’attuale computo del voto di astensione, quale voto negativo e la modalità di riconoscimento del gettone di presenza, al fine di evitare comportamenti truffaldini ed improduttivi, riducendo drasticamente le commissioni consiliari dalle attuali otto a cinque”: quella enunciata è materia di competenza del consiglio comunale, sulla quale la giunta non ha alcuna voce in capitolo (e infatti subito dopo si specifica che “la giunta comunale ‘proporrà le seguenti modifiche ed integrazioni del regolamento consiliare”). Ragionevole, accanto al tema di un vero decentramento amminstrativo, il punto in cui si prevede l’istituzione di un settimo quartiere, denominato “Montemare”, per ovviare all’annoso problema dell’enorme estensione dell’attuale sesto quartiere, di fatto ingovernabile, e che ha causato i malumori che sono sfociati nella richiesta di referendum per fare comune autonomo, anche questo “Montemare”, nome a quanto pare gettonatissimo. Significativo “l’abbattimento dei tributi per i donatori di sangue, per come previsto dalla delibera di giunta municipale n 35 del 26.01.2022″, e tra i punti non presenti nel programma di quattro anni fa ha particolare valore l’istituzione del marchio di qualità denominato “De.C0.” (Denominazione Comunale), “con lo scopo di attivare azioni di interesse locale per la promozione dei Prodotti Enogastronomici Tipici del territorio”. Per lo sviluppo economico sono previste le azioni Crea Impresa — Crea Impresa Donna — Crea Impresa Giovani, “assistenza specifica e qualificata per chi vuole intraprendere una attività, informazioni mirate sull’accesso ai finanziamenti nazionali ed europei, percorsi di formazione per le donne imprenditrici e per i giovani under30”. Torna la Fondazione Messenion titolare del brand Messina: dopo la bocciatura da parte dello scorso consiglio comunale, è riproposta, nella speranza di una maggioranza più ben disposta verso l’eventuale amministrazione Basile: nell’ambito del brand è previsto il progetto “Messina, città di Antonello”, grazie alla realizzazione di una “Casa-Museo” dedicata al grande artista con la creazione di un museo virtuale incentrato sulla figura di Antonello da Messina e sulla sua arte. Quindi una proposta che riporta alla mente le felici stagioni musicali della sindacatura di Franco Providenti a metà anni ’90 (e anche nel programma di Luigi Ragno per la sua candidatura a sindaco nel 2005). “Per sostenere i nostri artisti sarà sperimentato il progetto “Un palcoscenico per tutti”: da maggio a settembre il comune garantirà, nei giorni di venerdì, sabato e domenica, il service per l’esibizione dei nostri artisti nelle piazze principali della città, facendosi carico anche dei costi della SIAE”. Nello stesso ambito, c’è l’idea (non il progetto del Parco della Musica Scilla e Cariddi nella zona falcata. Tra l’altro, nota di colore, l’amministrazione di federico Basile avrebbe (come già quella De Luca, due assessori-musicisti. Salvatore Mondello è un bassista di lunghissima data, Enzo Caruso è stato fondatore, cantante e chitarrista dei Truvatura (mentre De Luca frequenta il conservatorio e ha messo insieme la band Peter Pan con cui ha inciso un anno fa un cd). Tra le proposte più suggestive la candidatura di Messina a “Capitale Italiana della Cultura 2026 e il riconoscimento della Vara e dei Giganti nel patrimonio immateriale dell’Unesco, con “l’attivazione di una Lotteria Nazionale e Internazionale della “Vara e Giganti” con l’intento di finanziare l’evento e renderlo ancor più spettacolare”. La seconda parte, “pianificazione e infrastrutture strategiche”, presenta perlopiù progetti non realizzati o in itinere: tra le novità La cittadella municipale: pensata per accogliere all’interno in un unico plesso tutti gli uffici comunali, “si pensa di dare seguito al progetto di fattibilità tecnico economica del “fosso” per il quale non si è dato seguito per la realizzazione del secondo Palagiustizia. L’importo stimato per l’opera è di circa 40 milioni di euro. A proposito di Palagiustizia, dopo quattro anni, e un protocollo già firmato tra Comune, due ministeri e Demanio, si è tornati al punto di partenza: cioè a niente. Perchè? “Superato il tempo di efficacia del protocollo di intesa, che così come prospettato si è verificato non poteva essere percorribile, sia per questioni tecniche che per questioni economiche. Sono state prospettate più soluzioni, la prima 58 relativa alla realizzazione ex novo del Palagiustizia, presso il parcheggio, cosiddetto “il Fosso”, che nonostante Io stesso sia stato più volte trasmesso al Ministero, non si è avuto mai alcun tipo di riscontro. La seconda soluzione, attraverso la partecipata comunale Patrimonio Spa, dove si è proceduto ad indire una manifestazione di interesse per il reperimento di locali idonei per la collocazione del nuovo Palagiustizia. La ricerca ha prodotto più riscontri, ma soltanto una è risultata in possesso dei requisiti richiesti. Tuttavia, nonostante i vari sopralluoghi da parte dei vertici del Tribunale di Messina che dei funzionari ministeriali, non si è addivenuti ad alcuna determinazione“. Tirato fuori dal cassetto il vecchissimo progetto per la seconda canna della galleria San Jachiddu tra Giostra e Annunziata, al costo di novanta milioni di euro (da reperire). Sul progetto ForestaMe Basile scommette forte: il progetto è citato tre volte nel documento, in parti diverse. Dal punto di vista infrastrutturale significativa l’intenzione di un parcheggio da “incassare” in piazza Unione europea, per migliorare il sistema complessivo (trasporti, ricettività): la piazza davanti al municipio dovrebbe essere riqualificata per ospitare manifestazioni e concerti (quindi con la rimozione delle aiuole, anche se il programma nel merito non lo specifica), ma soprattutto l’intenzione di “delocalizzare” il carcere di Gazzi, “nella piena convinzione che il carcere non è l’altra faccia della medaglia, che è la città, che non è un luogo a parte, isolato e che non c’entra niente con case, strade, parchi, giusto inserire a pieno titolo tale struttura nella visione strategica ed urbanistica futura del territorio, trasformando ciò che agli occhi dei più risulta una criticità in una reale potenzialità”. Per l’area ex Seaflight la previsione è di “accogliere un’importante arena verde. L’arena ospiterà il pubblico per eventi musicali, teatrali, ma fungerà anche da luogo di aggregazione nel tempo libero”. Nei progetti inviati al ministero dell’Interno per il finanziamento, però, è previsto un mercato coperto a km 0, con ristorante e caffetteria da finanziare con fondi Pnnr. Per l’ex Sanderson c’è l’idea (non il progetto, stando al programma) del Parco acquatico dello Stretto”UrbanSplash”e Torre Congressi. La terza parte non attiene direttamente ai programmi per il comune di Messina, ed è dedicata alla Città metropolitana, carica che il sindaco di Messina ricoprirebbe “d’ufficio”, in attesa che il caos normativo dela riforma delle ex Province regionali abbia una soluzione. Al primo rigo si legge “La città Metropolitana di Messina oggi, dopo il risanamento finanziario che è stato messo in atto e completato dal Sindaco Metropolitano De Luca”. Oggi la Città Metropolitana è ente “strutturalmente deficitario”.

 

 

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