Firriare

 

Nella lingua italiana, e nel dialetto, ci sono delle parole che hanno uno spettro semantico molto ampio. È il caso ad esempio del verbo “firriare”, che possiede la straordinaria caratteristica di indicare al contempo tutto e il contrario di tutto. Letteralmente significa “armeggiare con i ferri”, ma anche “girare” (in senso sia transitivo che intransitivo), e in generale il darsi da fare, l’agitarsi, il non restare con le mani in mano. È un termine che impone il movimento, il dinamismo, un cambiamento dello stato di cose che il più delle volte rimane però solo potenziale. La traduzione più appropriata del termine, probabilmente, è infatti quella morettiana del “faccio cose e vedo gente”, un velleitario e infruttuoso dimenarsi senza ratio e senza scopo.

Firriare, in fin dei conti, è la versione edulcorata e politicamente corretta del “non ho niente da fare, ma faccio finta che non sia così”. E quindi giro, voto e firrio. E poi ancora giro, voto e firriu. In preda all’horror vacui della vita. Esattamente come il paloggio (trad. paloggiu), che gli attorcigli intorno la corda, lo lanci e incessantemente ruota, e ruota, e ruota, e ruota ancora, e così via, finché inerzia non ci separi.

 

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Pippo
Pippo
29 Ottobre 2017 10:17

Suggerisco anche “figghioli”, termine che ci distingue in maniera netta e inequivocabile dai carusi catanesi e picciotti palermitani

emmeaics
emmeaics
30 Ottobre 2017 11:03

geniale !

Peppe+Orlando
Peppe+Orlando
8 Novembre 2017 9:38

fissiàrsela ci stava anche

Nicola Petrina
Nicola Petrina
11 Maggio 2018 10:43

Il raro privilegio messinese è pari merito con quello dei campani emigrati nel pavese, i quali invitando gli amici a bere, possono dire:” Pavia i Pavia Pavia”. Per le strade di Pavia pago io