MESSINA. Otto mesi di precipitazioni straordinariamente basse e temperature esageratamente alte, stanno presentando il loro conto in tutta la Sicilia, con una siccità che avrà pochi precedenti, e un razionamento dell’acqua: il comune di Messina si è adeguato, con un’ordinanza emanata ieri da parte del sindaco, che vieta ogni utilizzo dell’acqua che non sia potabile, alimentare o domestico: ordinanza che si allinea con una delibera di Giunta della regione Siciliana, e con un’ordinanza del commissario delegato all’emergenza idrica della regione. L’obiettivo dei tre documenti, e delle precedenti ordinanze che razionavano l’acqua per oltre un milione di abitanti in sei delle nove province sin dall’inizio dell’anno, è garantire il rispetto delle misure di salvaguardia introdotto con la dichiarazione di stato di emergenza idrica da parte della regione Sicilia.

Per quantificare, è vera emergenza, o è un’esagerazione? Non solo non è un’esagerazione, ma probabilmente la parola “emergenza” non rispecchia appieno la situazione: ad aprile, quindi al termine di quella che normalmente è la stagione delle piogge, sorgenti, fiumi, dighe e incavi in cui viene prelevata e conservata l’acqua erano vuoti per il 70% della capienza: 312,34 milioni di metri cubi su 1.010,70 di capienza totale. Questo sarebbe il periodo in cui i bacini hanno un contenuto d’acqua che dovrebbe bastare fino almeno ad ottobre, quando riparte la fase di ripristino delle riserve idriche, a seguito delle precipitazioni autunnali, che sono normalmente tra le più abbondanti: non nel 2023 però, con precipitazioni scarsissime e, in alcune zone dell’isola, totalmente assenti, che hanno fatto registrare un deficit pluviometrico importante. Una situazione che, incrociando i dati delle precipitazioni e delle finestre di tempo in cui hanno effetto, ha pochissimi precedenti, nel 1977 e del 1989, verso valori che non si raggiungevano ormai da molti anni, come nel caso della grave siccità del 2002.

Per Messina, in proporzione la situazione è ancora più seria: in città già da gennaio c’è una diminuzione dell’acqua al rubinetto del 30%, proprio a causa delle pochissime piogge (oltre al fatto che l’acqua, tra la sorgente e il rubinetto, subisce una percentuale di perdite totali pari al 53%) . Inoltre per l’area di Catania (zona in cui Messina prende gran parte della sua acqua, dall’acquedotto Fiumefreddo) il periodo settembre-aprile, con 191,2 mm totalizzati in 8 mesi dalla stazione SIAS, appare essere stato in assoluto tra i più asciutti delle serie degli annali Idrologici che partono dal 1916.

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