MESSINA. Le risorse idriche della città di Messina si sono ridotte del 30% a causa della perdurante situazione di siccità che ha attanagliato l’isola per il semestre scorso, un periodo nefasto in cui da cento anni non pioveva così poco, le cui conseguenze si stanno palesando da due settimane circa, in concomitanza con le festività natalizie.

Lo hanno affermato i vertici dell’Amam nella conferenza stampa di ieri in cui è stato annunciato che i lavori d’intervento sulla condotta inizialmente previsti per il 12 gennaio slitterano al 19 a causa di previsioni meteo avverse. La governance della partecipata che si occupa di approvvigionamento idrico però ritiene che la situazione stia lentamente tornando “nei ranghi”. Il problema però è più complesso.

Secondo il Sias, il servizio informativo agrometeorologico della regione Siciliana, la situazione dell’isola è drammatica: dicembre del 2023, con soli 5 giorni piovosi di media, ha confermato un secondo semestre dell’anno caratterizzato da una “preoccupante scarsità di piogge”, segnando un periodo di siccità senza precedenti dal 1921, che ha superato persino le gravi siccità degli anni ’70 e ’80, nonché quella del 2002. In pratica, se la Sicilia non è ancora a rubinetti totalmente secchi, lo deve alle anomale piogge di maggio e giugno, che ancora (per poco) fanno sentire i loro effetti e hanno mitigato il devastante deficit pluviometrico della seconda parte dell’anno.

Per Messina c’è un ulteriore problema. Oltre metà dell’acqua che dalle sorgenti di Fiumefreddo e Santissima arriva nelle case dei messinesi, ben il 53%, si disperde o è sprecata lungo il tragitto e i mille km dell’intero sistema di adduzione e distribuzione cittadina: nella relazione generale al progetto definitivo di riqualifica del Fiumefreddo, si prevede di rifunzionalizzare la rete terziaria e gli strumenti di misura, perchè “le perdite in rete (rapporto tra volume fatturato e volume immesso in rete) sono stimabili attorno al 47%, con una percentuale di perdite totali pari al 53%, di cui circa il 26,7 % relative a perdite reali ed il resto a perdite apparenti (volumi non conturati)”.

Per di più nel progetto da 21 milioni di euro finanziati col Pnrr non c’è traccia dell’abbandono del Fiumefreddo, nonostante appena cinque anni fa il programma dell’allora candidato sindaco Cateno De Luca annunciava non solo acqua h24, ma anche “l’eliminazione dell’acquedotto di Fiumefreddo e la realizzazione delle fonti di approvvigionamento nel territorio urbano”. Superfluo dire come nessuna delle condizioni si sia verificata e che l’acqua h24 ad oggi è una barzelletta, più che un miraggio.

 

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