MESSINA.  È botta e risposta virtuale tra il sindaco Cateno De Luca e il vicepresidente del consiglio comunale Nino Interdonato. Durante la consueta diretta Facebook mattutina il sindaco ha infatti affermato di aver definito la predisposizione dei regolamenti riguardanti il pagamento dei tributi da parte delle attività comunali, con relativa possibilità di sospensione della licenza per chi ha accumulato del debito (una questione su cui era intervenuto ieri Nino Interdonato).

“I due regolamenti- ha spiegato De Luca sul social – vanno ora in consiglio comunale e già si è alzata la barricata per difendere gli evasori, capitanata dal vicepresidente del consiglio comunale, il quale ha detto che minaccia di seppellire i regolamenti con migliaia di emendamenti.”

“Interdonato – ha continuato il sindaco di Messina – difende le lobby delle evasioni. Perché non dovrei sospendere la licenza se i proprietari delle attività non pagano i contributi? Abbiamo investito, la città cresce se ci sono le risorse per farla crescere, ognuno deve fare il proprio. È ovvio che ci sarà un margine di tolleranza, ma è ovvio anche che debba esserci uno sforzo. Se ci sono furbetti in consiglio comunale che vogliono tutelare queste porcherie, escano allo scoperto. A Messina c’è una percentuale alta di evasori e un consiglio comunale che impedisce di mettere in campo azioni efficaci per colpirli. Conosco gente che per pagare i tributi si fa prestare soldi. Quelle sono le persone che io ammiro”.

Il sindaco è poi passato a parlare direttamente agli imprenditori. Oggetto la raccolta differenziata porta a porta. “Sto seguendo dalle 4:30 il blitz nella zona della XXIV Maggio. E poi scopriamo che quelli che si sono lamentati hanno esposto le cose sbagliate, hanno fatto male la differenziata ed è ovvio che ora li sanziono. Ma che ci vuole a collaborare?”

“Avete chiesto – continua il sindaco – di rafforzare il servizio. Bene ho chiesto a Messinaservizi di passare ogni giorno per quanto riguarda umido e quant’altro. La dovete smettere di esporre fuori orario per far sembrare la città sporca. Quindi ho rafforzato anche la presenza della Polizia Municipale, stanno acquistando il doppio delle foto trappole. Non avrò pietà, perché se pensate di far fallire questo progetto solo perché non volete adeguare i locali, avete sbagliato di grosso”.

“Questa è una questione di civiltà che non faccio vincere agli zozzoni e soprattutto a qualche imprenditore che di mestiere fa ‘il prenditore’. Per alcuni imprenditori pagare acqua o spazzatura non rientra nel bilancio ma nel loro ladrocinio”.

Torna infine al consiglio comunale messinese: “A voglia che c’è qualche consigliere che continua ad abbaiare. Siamo pronti ad affrontare lui e questo esercito che dovrebbe massacrare i regolamenti”.

Non è tardata ad arrivare la risposta del vicepresidente del consiglio comunale Nino Interdonato.

“Stamattina – ha scritto in una nota Interdonato- le attenzioni del sindaco mi sono giunte via Facebook. Sono stato definito il capo della lobby degli evasori! Non replico agli insulti, non rientra tra i canoni della mia educazione. Chiedo scusa io per lui a tutte le piccole e medie imprese messinesi, tacciate di evasione, per avere accumulato 100€ di debito, e che rischiano la sospensione della licenza!”.

“Una semplice precisazione gli devo – continua – massacriamo gli evasori seriali e gli speculatori, ma lascia in pace le micro imprese in difficoltà, come ha fatto il Sindaco di Brescia, prevedendo 1000€ di tolleranza! Ma hai fatto due passi in città al centro? O sei rimasto trincerato in campagna? Una porta sì ed una no troverai attività chiuse definitivamente! Colpa tua? No assolutamente. Della crisi! Esagerare ora sarebbe follia!”.

“È vero ci sono stati i furbetti ed i furboni che hanno creato le ‘Bad Company’, chiudendo le società con debiti ed aprendo accanto quelle nuove! – ha concluso Interdonato – Staniamoli senza pietà! Tutti d’accordo! Mi pare che anche la ‘vecchia Atm o Messina Ambiente’ facciano parte di questi furbetti e non per fatti gestionali recenti! Allora diamo l’esempio cominciamo da questi grandi evasori a colpire e denunciare alla corte dei conti!  Li non parliamo dei 100 euro ma di milioni di debiti da onorare!”.

 

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