MESSINA.Un’interrogazione urgente e un accesso agli atti sull’operato della “Messina Patrimonio S.p.a.”, società partecipata voluta dal sindaco Cateno De Luca la valorizzazione del patrimonio immobiliare del comune di Messina. 

A chiedere chiarimenti su cosa è stato fatto a distanza di quasi due anni dalla sua istituzione sono i consiglieri del M5s Cristina Cannistrà e Giuseppe Fusco, che si rivolgono al primo cittadino, alla segretaria generale del Comune di Messina Rossana Carrubba e al presidente della società Roberto Cicala.

«La “Patrimonio Spa” – spiegano i consiglieri – è stata costituita con una delibera di Consiglio dell’1 Luglio del 2019, con undici voti favorevoli e nove contrari. Obiettivo dell’azienda, la terza partecipata in ordine di tempo costituita dall’Amministrazione in carica (malgrado le promesse elettorali di De Luca), è quello di valorizzare il
patrimonio immobiliare di Palazzo Zanca e di ultimare le gestione
dell’inventario dei beni comunali, come stabilito dal Contratto di Servizio: ciò in considerazione dei rilievi fatti della Corte dei Conti, sezione di controllo per la Regione Siciliana, che più volte è
intervenuta in merito all’assenza di rilevazioni sistematiche e aggiornate sulla consistenza del patrimonio comunale alla chiusura dell’esercizio finanziario».

«La società dovrebbe gestire un ingente patrimonio immobiliare, da cui ricavare quasi due milioni di euro. Tuttavia, ad oggi, le percentuali di incasso non riescono a coprire i costi di manutenzione», proseguono i
pentastellati, che chiedono spiegazioni sui tempi necessari per raggiungere il primo dei 14 obiettivi previsti nel contratto di servizio, sul funzionamento della gestione amministrativa dei beni patrimoniali e sulla percentuale di incasso dei fitti relativi agli immobili.

Il Gruppo consiliare chiede inoltre se si sia provveduto alle attività di dismissione del patrimonio immobiliare, se siano stati attivati gli
sportelli informativi dedicati agli assegnatari degli immobili e quali
risorse sono state messe a disposizione della società per le attività di
manutenzione ordinaria e straordinaria dei beni.

I consiglieri hanno infine chiesto l’accesso agli atti per visionare il piano annuale di dismissione immobiliare, i verbali dei controlli e dei sopralluoghi effettuati sulle occupazioni “sine titulo” e i resoconti trimestrali dell’azienda in ossequio al contratto di servizio.

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