PALERMO. Malgrado il livello di istruzione sia più alto rispetto agli uomini, con il 56% dei laureati di genere femminile, in Sicilia ci sono in percentuale il doppio di donne disoccupate rispetto alla media italiana. Lo spiega l’Istat, in un report che analizza la condizione professionale della regione, dove lavora complessivamente solo il 35 per cento della popolazione (contro il 45,6% in Italia).

I dati, aggiornati al 31 dicembre del 2019, mostrano la crescita del gap fra l’Isola e il resto del Paese, con un incremento delle persone in cerca di occupazione (+22,9%) e un calo degli occupati, circa 1,5 milioni, 16mila in meno rispetto al 2011.

 

 

Tra le “non forze di lavoro” si contano 783mila percettori di pensioni da lavoro o di rendite da capitali (-12,4% rispetto al 2011), 707mila persone dedite alla cura della casa (-5,8%), 361mila studenti (-1,0%) e 381mila persone in altra condizione (+10,5%).

Nel complesso, il tasso di attività in Sicilia è pari al 47,0% (percentuale che comprende anche chi il lavoro lo cerca, non solo chi ce l’ha), poco più di cinque punti percentuali sotto il corrispondente valore dell’Italia; gli occupati rappresentano il 34,9% della popolazione di 15 anni e più, contro il 45,6% della media nazionale. Sensibilmente più elevato, invece, il divario territoriale riguardo il tasso di disoccupazione (25,7% Sicilia e 13,1% Italia).

Differenze che sono ancora più marcate per la componente femminile, con un tasso di occupazione (25,3%) di 12 punti più basso della media nazionale e un tasso di disoccupazione (30,1%) che supera di 15 punti il corrispondente valore nazionale.

 

 

Nonostante l’incremento della partecipazione delle donne siciliane al mercato del lavoro, lo squilibrio di genere ha assunto negli anni valori più ampi rispetto alla media nazionale. Nel 2019, il gap del tasso di attività (36,2% per le donne e 58,7% per gli uomini) è di 22,5 punti, la distanza tra il tasso di occupazione delle donne (25,3%) e quello degli uomini (45,3%) è di 20 punti, mentre il tasso di disoccupazione delle donne (30,1%) supera di sette punti il corrispondente valore dei maschi (22,8%). A livello nazionale, invece, il gap di genere è di 17,5 punti per il tasso di attività, di 17 punti per quello di occupazione e 3,5 punti per il tasso di disoccupazione.

Per quanto riguarda la suddivisione territoriale, le province di Ragusa, Messina e Catania presentano valori del tasso di occupazione superiori alla media regionale: Ragusa e Catania sia per la componente maschile che per quella femminile, Messina quasi interamente imputabile alla componente femminile. La provincia peloritana, la seconda dopo Ragusa in termini di incidenza degli occupati, registra anche il decremento maggiore nel numero degli occupati (-6,2%) sia tra gli uomini che tra le donne.

Rispetto all’ampiezza demografica, le maggiori quote di occupati si rilevano nei comuni più grandi con oltre 50mila residenti (35,1%). Tra i primi cinque comuni con il tasso di occupazione più elevato ci sono anche due realtà messinesi: Taormina e Letojanni.

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