MESSINA. Dodici persone su 100 in Sicilia possiedono una laurea o un dottorato di ricerca, mentre quasi il 60% della popolazione non va oltre la terza media. È quanto si evince dal censimento annuale della popolazione realizzato dall’Istat (riferito al 2019), che ha fotografato il grado di istruzione in regione, mettendolo a confronto con il resto d’Italia e con gli anni precedenti.

La provincia più “istruita”, in base al report, è quella di Messina, dove si registra la percentuale più elevata di residenti che ha un titolo terziario e superiore, il 14,2%, di poco inferiore alla media italiana (14,3%). Seguono Palermo (12,4%) e Catania (12,2), mentre il fanalino di coda è Caltanissetta, ferma al 10,4%.

La provincia peloritana, che ha il numero più alto di diplomati (34,7), è anche quella in cui si registrano i valori più bassi per quanto riguarda i cittadini che non hanno alcun titolo di studio o hanno un’istruzione base, pari al 51,1%.

Bene anche la città di Messina, nella top ten dei comuni con la percentuale più elevata di istruzione terziaria (17,5%), la metà dei quali si trovano però nella provincia di Catania.

Un dato che però stride con un recente studio condotto dalla Cisl Messina, secondo il quale il mercato del lavoro in riva allo Stretto respinge i “cervelli” e le eccellenze, privilegiando invece precariato e bassa specializzazione: su 125.500 assunzioni registrate nel 2017, infatti, ad avere un un master, un dottorato o una specializzazione sono appena 800 persone. In base ai dati, infatti, il titolo di studio più richiesto in provincia è la terza media, mentre chi non possiede alcun titolo di studio è avvantaggiato rispetto a chi è laureato (oltre 14mila analfabeti assunti contro meno di settemila laureati): un paradosso determinato dal tessuto economico e imprenditoriale della città, dove spadroneggiano soprattutto terziario e commercio. A scapito di chi ha deciso di proseguire gli studi, costretto a fare le valigie. 

I DATI. Al 31 dicembre 2019, tra i 4.500.582 siciliani di 9 anni e più, il 31,5% ha un diploma di scuola secondaria di secondo grado o di qualifica professionale, il 17,0% la licenza elementare e il 33,5% la licenza di scuola media. Le persone con un titolo terziario e superiore sono il 12,0%: il 3,0% ha conseguito un titolo di primo livello, l’8,7% uno di secondo. I dottori di ricerca residenti in Sicilia sono 12.733, pari allo 0,3%, mentre le persone analfabete rappresentano l’1,1% della popolazione di 9 anni e più mentre gli alfabeti privi di titolo di studio sono il 5,0%.

 

Tra il 2011 e il 2019 il livello dell’istruzione nella regione Sicilia è nettamente migliorato, in linea con quanto si registra a livello nazionale. La presenza degli analfabeti è quasi dimezzata mentre gli alfabeti privi di titolo di studio passano dal 6,8% al 5,0%. Cresce la quota di persone con la licenza media che va dal 32,4% al 33,5% mentre scende quella delle persone con la sola licenza elementare (dal 20,8% al 17,0%) a favore dei titoli di studio più alti. In crescita anche i laureati, passati dal 9,8% al 12,0%.

Rispetto alla distribuzione dei titoli di istruzione per genere, la situazione della Sicilia si presenta sostanzialmente in linea con quella nazionale. Nel 2019, su 100 persone residenti in Sicilia con titolo di istruzione terziario e superiore, le donne sono 56.

La distribuzione per genere è più equilibrata per quanto riguarda i diplomi di scuola secondaria di secondo grado o di qualifica professionale: i diplomati sono il 32,5% della popolazione, le diplomate il 30,5% (rispettivamente 37,0% e 34,3% in Italia), mentre si registra un divario più ampio tra gli analfabeti e le persone prive di titolo di studio, dove a prevalere sono in entrambi i casi le donne (il 53,8% nel primo caso e il 58,6% nel secondo).

 

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