Tinchité (+ ∞)

 

Sui nostri atavici difetti ci siamo pronunciati più volte, mettendo in risalto l’abulia che ci contraddistingue e la tendenza all’autocommiserazione in cui amiamo crogiolarci. Tuttavia ci sembra doveroso dare a Cesare ciò che è di Cesare esaltando una tantum una delle caratteristiche salienti del nostro approcciarci al mondo, un pregio che ad altre latitudini viene considerato un segno di debolezza, quasi alla stregua di una tara genetica: la generosità. 

Il messinese medio, infatti, è una persona di animo buono, che ama elargire a cuore aperto, senza remore o tornaconti, tendendo il più delle volte ad esagerare, spendendo e spandendo come se non ci fosse un domani senza dar sazio al portafoglio. Una caratteristica che va di pari passo con un’altra peculiarità che ci contraddistingue e ci connota: la totale mancanza di moderazione e contegno, annichilita dal nostro amore sconfinato per l’iperbole. La sobrietà, in riva allo Stretto, è un concetto desueto. Il minimalismo? Roba da sabaudi o da radicalchic con la erre moscia. Il nostro verbo totemico è esagerare, arrotondare, abbondare. Nella radicata convinzione – assunta ad imperativo morale – che è sempre meglio aggiungere che sottrarre.

E quale parola, se non tinchité, potrebbe rendere meglio questa nostra tendenza alla ridondanza?

Spesso tradotto con “a iosa”, tinchité significa grossomodo “tendente ad infinito”, è l’equivalente del concetto di limite in una funzione algebrica, l’n numero di volte che designa tutti gli scibili del possibile. Una quantità invereconda che denota l’eccesso e lo sperpero, il profluvio e lo sciollero.

Che siano baci, soldi, cibo o invettive, la parola d’ordine è ridurre a sazietà, placare i bisogni, nel tentativo di sopperire – almeno con il linguaggio – gli innumerevoli stenti che troppo spesso siamo stati costretti a sopportare.

 

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pippolipari
pippolipari
29 Giugno 2017 20:42

Minchia compare troppu togu!!!

Cetta
Cetta
30 Giugno 2017 6:19

Divertente e sagace come sempre.Rido come una scema mentre leggo, ogni volta.

MarioMinutoli
MarioMinutoli
3 Giugno 2021 2:29

Togo fa” parte dellO slang Italiano ,tutti si attribuiscono il merito dell invenzione della parola ma in realta” la parola a radici molto piu” profonde e antiche TOGO e” una citta”-nazione Africana che ha dato il suo bel da fare a tutti nonostante la sua piccolezza ecco del perche” TOGO.

Gene
Gene
10 Aprile 2023 16:58

Taione è “italiano correggiuto” infatti si chiama “ddaiuni” ovvero “digiuno” ovvero parte dell’ intestino tenue del vitello, di preciso il secondo tratto, caratterizzato dalla presenza di un liquido acre denominato chilo, che va a caratterizzare il suo particolare sapore che lo contraddistingue. La stessa parte che si usa per la pajata romana.

Aldo Di Blasi
Aldo Di Blasi
10 Marzo 2024 23:16
Reply to  Gene

Finalmente una definizione corretta!!!! Bravo!