MESSINA. “Un cafè, compare. Però ti vaddu a machina!“. Messina, zona centro. Rettorato, lo slargo intitolato a Francesco Maurolico. Strisce blu a terra. Ad auto posteggiata, e gratta e sosta appena acquistato, si avvicina un uomo. Un po’ in là con gli anni, corporatura robusta, jeans e camicia. Saluti calorosi, anche da lontano. “Ou compare. Com’è“. Poi si allontana.

Il tempo di grattare ora, giorno, mese ed anno sul tagliando di parcheggio, e ricompare, con fare affabile. A chiedere l’obolo. “Un cafè, compare. Però ti vaddu a machina!“. Anche se un euro l’hai appena speso per il gratta e sosta, che ti mette in regola con le strisce blu, al contrario dell’elargizione per il caffè. Glielo fai notare, la risposta è disarmante. E spiazza. “Piddia u travagghiu, aiu tri figghi, e camaffari, semu ‘cca“.

Già un mese e mezzo fa, a piazza Università, i vigili erano intervenuti, dopo che l’andazzo proseguiva almeno da inizio anno, e hanno stangato un posteggiatore con mille euro di multa, dopo segnalazioni e verbali andarti a vuoto. Non è passato poi molto prima che le strisce blu diventassero più…blu.

Un caffè. Per un’occhiata in più all’auto. Perchè, forse, a casa ci sono tre figli a cui badare. Fino alla prossima segnalazione, fino al prossimo verbale. Un caffè alla volta. 

 

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