Sciangazza
Il vento, a Messina, non è come gli altri venti. Non è solo un fenomeno atmosferico. Non è solo il movimento di una massa d’aria atmosferica che passa da un’area con alta pressione a un’area con bassa pressione, come suggerisce Wikipedia. Il vento, sullo Stretto, fa parte integrante dell’esistenza umana. È un aspetto congenito del nostro approcciarci al mondo. Quando c’è e quando manca. Quando è troppo e quando è poco.
Che sia scirocco o tramontana, che sia libeccio o grecale, condiziona gli umori e i programmi, l’abbigliamento e le giornate al mare, i versanti (jonico o tirrenico) e la scelta dei locali all’aperto, l’edilizia e l’urbanistica. Come un inquilino lunatico e un po’ scontroso con il quale siamo costretti a convivere da secoli.
La sciangazza è il vento domestico. L’elemento naturale che profana la sacralità della dimora. L’origine del termine, scrive Giuseppe Cavarra nel suo saggio “La cultura strozzata”, edito nel 1985 e oggi quasi introvabile, indica una fessura da dove entra aria e deriva da “ianga”, che vuol dire “dente”. La sciangazza quindi è lo spazio interdentale, abbastanza evidente, da dove, parlando, può venir fuori l’alito pestifero. Eppure, sebbene spesso sia associata a un elemento di fastidio, come può esserlo appunto l’alitosi, nelle giornate afose d’agosto, quando il vento perenne dello Stretto si prende una pausa, trasformando la città in una cappa di calore, l’arrivo improvviso di una botta di sciangazza è in grado di rimetterci nuovamente al mondo con la sua fresca carezza intermittente.
“Scafuliare”! Marino, non esiste un termine che rende meglio l’idea di cercare qualcosa dentro un contenitore, un cassetto, una borsa rigirando forsennatamente le altre cose che ci stanno dentro. Esiste anche un’accezione più moderna “Scafuliare il telefono”, andare a cercare qualcosa sul celluare di un altro, spesso un partner per “iammare casino”…Dialetto 2.0
In effetti scafuliare è un bel termine, anche nella sua versione 2.0
“Furriare” significa rovistare per poter trovare qualcosa nella borsa o in un cassetto.
sciollero, si diceva di merce di ottima qualità, la migliore sul mercato, il massimo. Il riferimento è nel mondo del cucito domestico, la ditta Schoeller produceva i filati migliori il non plus ultra. da cui sciollero.
La ditta svizzera ancora esiste https://www.schoeller-textiles.com/en/ .
Grazie…
ve ne do altre 5:SPILLUNGA,SGUARRARE,SAUTAFOSSA,SVINNIGNARI,SAPPA.
sdirruparsi
Suggerisco “sduvacare” ed il relativo riflessivo “sduvacarsi”: “motta sugnu! (cit.) ora vaiu e mi sduvacu nto divanu…”
Questi commenti sono fantastici! <3
Sciollero non deriva da “Scialo” anzi non ha nulla a che fare credo- A mio sommesso avviso, è parola relativamente recente, inizi ‘900, ed è da ascrivere agli “slang” di ritorno dell’emigrazione italo/americana.
La parola è la “sicilianizzazione” di “Show Girl”…., le “ragazze dello spettacolo” le “soubrette” in mostra, associate alla “festa” allo “spettacolo” alla “mostra passerella” di se….
speravo di trovare una accurata spiegazione sul termine sciacquazza, come tradurlo al meglio per gli amici del continente?
Morta sono! Proverò a rispondere, ma potrei sbagliarmi facilmente visto che vivo nel continente da un po’ di anni. A memoria, direi che “fare sciacquazza” significa escogitare situazioni, con fatti o parole, con lo scopo di crearsi un deterrente o dissimulare la realtà.
In generale, mi rimanda all’idea di quando si smuove l’acqua del mare creando una schiuma che non permette di vedere nulla.
Anche se letteralmente, credo sia l’acqua residuale dai resti di un lavaggio, ovvero sporca. Quindi forse, metaforicamente parlando, quando cerchi di ripulirti invano, rilasciando solo acqua sporca. Rimane comunque qualcosa che non ti permette di vedere in modo trasparente.