MESSINA. Non solo sindaco, consiglieri comunali, presidenti di circoscrizione, consiglieri di quartiere e Referendum sulla giustizia (qui il link per capire come votare senza errori): il 12 giugno, a differenza degli altri comuni italiani al voto, nella città dello Stretto si voterà anche per il Referendum di Montemare: un gruppo di cittadini chiede di separarsi dal Comune di Messina per formare un nuovo comune, il 109esimo della provincia peloritana. Ma come si svolgeranno le operazioni di voto (qui il link per capire come saranno assegnati i seggi)? Innanzitutto agli elettori, una volta recatisi alle urne, verrà consegnata una ulteriore cartella. La scheda di valutazione sarà di colore bianco e proporrà il seguente quesito: “Volete che le frazioni corrispondenti al territorio dell’ex XII e XIII Quartiere del Comune di Messina siano elette in comune autonomo con la denominazione di Comune Autonomo Montemare?“. Come in un normale Referendum, i cittadini potranno rispondere “Sì” o “No” contrassegnando la risposta scelta. Più complesso è poi il sistema di conteggio dei voti, che fa riferimento alla legge regionale 30 del 2000. Il Referendum, infatti, prevede la raccolta dei voti nelle urne distintamente: da un lato quelli dei cittadini residenti nella porzione di territorio che si dovrebbe staccare (ex XII e XIII Quartiere) e dall’altro quelli dei messinesi. Affinché sia valido è necessario che in almeno una delle due aree si raggiunga il quorum strutturale (la partecipazione al voto deve essere almeno del 50% degli aventi diritto). Se il quorum strutturale si raggiunge in solo una delle due porzioni, verranno conteggiati solo i voti di quel territorio e perché sia secessione è necessario che da quelle urne esca almeno il 50% + 1 di schede elettorali con una X sul “Sì”. Se il quorum strutturale viene raggiunto sia a Montemare che a Messina, invece, verranno conteggiati i voti complessivamente. Ipotesi, la seconda, che perché si realizzi necessita di un’ampia partecipazione al voto da parte di tutta la città, plausibile per l’accorpamento della consultazione referendaria con le elezioni amministrative e il Referendum sulla Giustizia. Che la maggioranza degli aventi diritto al voto residenti a Messina imbuchi la scheda elettorale (a prescindere se sul “Sì” o sul “No”) di certo non conviene al Comitato Promotore Montemare Comune: se venissero conteggiati solo i voti dei “montemaresi” le probabilità di vittoria del “Sì” sarebbero maggiori. È per questo motivo che, anche se si andrà al voto, il Comitato festeggia il risultato di andare alle urne con l’amaro in bocca. Ed è sempre per questo motivo che ha presentato ricorso sulla data scelta: «Verrà meno infatti il motivo e lo spirito dell’introduzione del meccanismo del doppio quorum nella consultazione, che dovrebbe servire a valutare l’interesse vero da parte dei cittadini dei due ambiti nei confronti dell’iniziativa. I due quorum del cinquanta per cento più uno degli aventi diritto saranno infatti raggiunti e superati automaticamente in entrambi gli ambiti chiamati in causa, senza che ci sia la vera intenzione di recarsi alle urne per esprimersi consapevolmente e motivatamente sulla questione».

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