MESSINA. “E’ giusto che i messinesi sappiano come sono andate le cose”. Maurizio Croce, candidato a sindaco per il centrodestra, non utilizza molti giri di parole, mentre spiega che la “operazione verità” sulle baracche sarà solo il primo di una serie di incontri su quello che è stato fatto e che non è stato fatto dalla precedente amministrazione di Cateno De Luca. Poche parole, ma decisamente pesanti: “Non strumentalizziamo in campagna elettorale il problema, noi abbiamo avuto rispetto per le persone, però ritrovarsi il 18 maggio una lista che si chiama “mai più baracche” sia una vergogna inaccettabile, così come che l’ex sindaco si sia fatto scippare della figura da commissario: è una carica che è della città. Bisogna avere un sindaco che smetta di isolare Messina rispetto al resto delle istituzioni, Messina ha perso il rispetto dei governi regionali e nazionale, De luca ha fatto perdere dignità a Messina, e la battaglia è un sindaco normale che rispetti e si faccia rispettare.

Quando si entra nello specifico, la palla passa a Matilde Siracusano, deputata di Forza Italia la cui legge sulla baraccopoli di Messina, cofirmata dai colleghi in parlamento (Francesco D’Uva del M5s e Pietro Navarra del Pd) ha portato a Messina, tramite la ministra per il sud Mara Carfagna.  “Ho difficoltà ad affrontare questo tema, ma c’è stata una speculazione eccessiva, ma siamo costretti a farlo”, spiega, prima dell’operazione “verità” su come sono andate le cose e di chi sono i meriti dei cento milioni arrivati in città. “Quando l’intervento di un ministro, inserito tra l’altro nel decreto covid, non solo non viene riconosciuto ma addirittura rinnegato, si crea un precedente pericoloso per la città. Noi oggi siamo costretti a rivendicare il nostro lavoro per non creare problemi futuri alla città. Ho sempre rispettato il lavoro di Arisme e del presidente Marcello Scurria, ma sono due temi molto diversi. Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci chiede lo stato d’emergenza su richiesta dell’amministrazione, il governo gialloverde lo nega perchè non c’è emergenza. Io deposito una proposta di legge, e così fanno altri colleghi, ma rimangono nel cassetto. Decidiamo di organizzare una mostra fotografica alla camera, che ha sensibilizzato tutti, e i capigruppo del centrodestra hanno sottoscritto un ulteriore progetto di legge per lo stato di emergenza. Il ministro Mariastella Gelmini venne a Messina, si rese conto che esistevano le favelas e chiese in conferenza dei capigruppo la procedura d’emergenza. Il primo atto del ministra Carfagna sono stati i cento milioni e l’individuazione della prefetta Cosima Di Stani come commissaria. E’ sorto un problema politico, ma gli scontri istituzionali portano solo problemi per la città, e che su questo tema ci sia speculazione elettorale è una cosa schifosa e dovremmo indignarci tuttiIo non avrei mai pensato di ribadire oggi quello che è evidente a tutti, io che ho sempre collaborato con l’amministrazione comunale, ma adesso il problema è avviato a soluzione, ma bisogna accelerare, non mettere baraccati in lista”. E per il futuro? La scelta lungimirante è stata quella di acquistare le case, non di fare nuovi condominii e creare nuovi ghetti”, ha spiegato Matilde Siracusano. Il comune di Messina ha ricevuto un sostanzioso finanziamento nell’ambito del progetto “Qualità dell’abitare”, che prevede proprio palazzine e interi condominii dedicati a chi abitava in baracca. “Non è un progetto che mi trova concorde: la strada, che è quella che si sta proseguendo, è quella di acquistare le abitazioni, e solo in caso di emergenze e grosse difficoltà procedere con le nuove costruzioni”

 

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