MESSINA. Meno di tre settimane alla prima tornata elettorale per eleggere sindaco, consiglieri comunali, presidenti di quartiere e consiglieri di circoscrizione. E quasi un mese ad un eventuale ballottaggio fra due candidati a sindaco qualora nessuno dei cinque concorrenti (Gino Sturniolo di “Messina In Comune”, Franco De Domenico per il Centrosinistra, Maurizio Croce per il Centrodestra, Salvatore Totaro di “Futuro, trasparenza e libertà” e Ucdl e Federico Basile di Sicilia Vera) non riuscisse a raggiungere il 40% dei voti validi a favore al primo turno. Ma una volta espresse le proprie preferenze (qui il link all’articolo su come votare), come avviene quel meccanismo che trasforma i voti espressi nelle urne in rappresentanza, cioè in seggi?

Il sindaco eletto è quello che raccoglie più voti, ma per essere eletto al primo turno deve aver conseguito almeno il 40% dei voti validi. Qualora due candidati abbiano entrambi conseguito un risultato pari o superiore al quaranta per cento dei voti validi viene proclamato sindaco il candidato che abbia conseguito il maggior numero di voti validi. In caso di parità di voti vince il candidato collegato con la lista o con il gruppo di liste per l’elezione del consiglio comunale che ha conseguito la maggiore cifra elettorale complessiva. Se anche la cifra elettorale è in parità, viene eletto sindaco il candidato più giovane. Se nessun candidato ottiene l’elezione al primo turno, si procede ad un secondo turno elettorale chiamato ballottaggio che ha luogo la seconda domenica successiva a quella del primo, con lo scontro tra i due candidati più votati al primo turno. In caso di parità di voti tra i candidati, il sistema è lo stesso elencato prima, eccetto che in caso di parità di cifra elettorale, partecipa al ballottaggio il candidato più anziano, e non quello più giovane.

I candidati ammessi al secondo turno hanno facoltà di modificare il programma amministrativo presentato al primo turno entro il terzo giorno successivo alla proclamazione dei risultati elettorali, anche nella parte relativa alla indicazione dei criteri per la formazione della giunta. I candidati ammessi al ballottaggio, inoltre, sono obbligati ad indicare l’elenco completo degli assessori che intendono nominare.

E il riparto dei seggi in consiglio comunale? A Messina, essendoci più di 15.000 abitanti, si adotta il metodo proporzionale, un modo di assegnare i seggi proporzionalmente ai voti ricevuti. Per quanto riguarda la determinazione della cifra elettorale di lista, si effettua sommando il totale dei voti validi ottenuti dalle singole liste in tutte le sezioni del comune. Per avere assegnati dei seggi, una lista deve superare la soglia di sbarramento del 5%. Questo vuol dire che deve avere ricevuto almeno il 5% dei voti validi. Poi si procede a determinare il numero dei voti corrispondente al 5% del totale dei voti validi riportati da tutte le liste in tutte le sezioni e, sulla base dello stesso, si calcola, per ciascuna lista, la relativa percentuale. Se, ad esempio, i voti validi espressi sono in totale, per tutte le liste, 100.000, la soglia del 5% sarà pari a 5.000 voti. Dopo di che si va a conteggiare quanti di quei voti validi appartengono a ciascuna lista e quindi qual è la loro percentuale. Sempre per esempio, se una lista raggiunge i 6.500 voti, avrà il 6,5% dei seggi, se invece ha totalizzato 4.200 voti ne avrà il 4,2%. C’è da dire, inoltre, che l’esclusione delle liste che non superano la soglia di sbarramento determinerà un artificioso innalzamento delle percentuali delle rimanenti liste.

Per il riparto dei seggi, si adotta il metodo d’Hondt: si divide la cifra elettorale di ogni lista o gruppo di liste collegate per il numero dei consiglieri comunali da eleggere nel comune, a Messina pari a 32 (si ottiene così un quorum, ovvero un numero di voti che dà diritto ad un seggio pieno); successivamente si sceglieranno i più alti quozienti ottenuti dalle varie liste o gruppi di liste collegate, in numero eguale a quello dei seggi di consigliere assegnati al comune, disponendoli in una graduatoria decrescente (ad ogni lista o gruppo di liste collegate saranno assegnati tanti seggi di consigliere quanti sono i quozienti appartenenti alla lista o al gruppo di liste compresi nella graduatoria). In caso di due o più quozienti eguali il seggio è attribuito alla lista o al gruppo di liste che ha ottenuto la maggiore cifra elettorale e, a parità di quest’ultima, per sorteggio. Se una lista o gruppo di liste incompleto, in base al numero dei quozienti entrati in graduatoria, ha conquistato un numero di seggi maggiore del numero dei propri candidati, i seggi eccedenti sono distribuiti tra le altre liste o gruppi di liste, secondo l’ordine di precedenza dei quozienti relativi.

Se si parla di gruppo di liste collegate, per l’attribuzione dei seggi, la cifra elettorale di ciascuna di esse, corrispondente ai voti riportati nel primo turno, è divisa per il numero dei seggi spettanti al gruppo di liste. Si determinano in tal modo i quozienti più alti e, quindi, il numero dei seggi spettanti ad ogni lista. Si ha in pratica un doppio d’Hondt.

L’attribuzione dei seggi alle liste, però, deve venire effettuata successivamente alla proclamazione dell’elezione del sindaco. Perché? C’è l’ipotesi per una lista o un gruppo di liste di poter beneficiare del “premio di maggioranza”. Quando? Nel caso in cui la lista o il gruppo di liste collegate al candidato proclamato eletto alla carica di sindaco non ha conseguito il 60% dei seggi assegnati al comune ma ha superato il 40% dei voti validi, e se, sempre nello stesso caso, nessun’altra lista o gruppo di liste ha superato il 50% dei voti validi. Al verificarsi di questi tre presupposti, si procede all’assegnazione a questa lista o a questo gruppo di liste di un numero di seggi aggiuntivi (premio) in modo che questa abbia comunque il 60% dei seggi spettanti, che corrispondono a 20 sedie.

Nel caso di un’unica lista collegata al candidato eletto sindaco, non occorrerà effettuare nessun’altra operazione e si procederà al riparto dei restanti seggi fra le liste o gruppi di liste collegate a candidati alla carica di sindaco che non sono stati eletti. Nel caso in cui al candidato sindaco eletto sono collegate più liste, si provvede, sempre con il metodo d’Hondt, a stabilire il numero dei seggi di consigliere da attribuire a ciascuna lista compresa nel gruppo di liste collegate. Con lo stesso metodo si procede al riparto del restante 40% dei seggi fra tutte le altre liste o gruppi di liste collegate ai candidati alla carica di sindaco non eletti, fermo restando il conseguimento di almeno il 5% dei voti validi.

È importante evidenziare come i delegati delle liste collegate a candidati sindaci esclusi dal ballottaggio possono collegarsi all’uno o l’altro dei candidati ammessi al secondo turno. In questo modo i seggi, teoricamente spettanti ai diversi gruppi di liste, vanno conteggiati sulla base dei nuovi raggruppamenti che si sono formati. Pertanto, le sommatorie dei voti e dei seggi spettanti ai diversi gruppi di liste, da considerare ai fini del premio di maggioranza, possono sensibilmente differire tra il primo e il secondo turno. Ciò assume un ruolo rilevante non solo in relazione alla possibilità di conseguire il premio di maggioranza, ma anche alla possibilità di impedire che altri lo conseguano, perché il gruppo di liste formatosi per il secondo turno potrebbe superare il 50% dei voti validi (ovviamente dei voti presi al primo turno).

Una volta determinato il numero dei seggi spettanti a ciascuna lista o gruppo di liste collegate, è in primo luogo proclamato eletto consigliere comunale il candidato alla carica di sindaco, tra quelli non eletti, che ha ottenuto il maggior numero di voti ed almeno il venti per cento delle preferenze. In caso di parità, è proclamato eletto consigliere comunale il candidato alla carica di sindaco collegato alla lista o al gruppo di liste che abbia ottenuto il maggior numero di voti. I restanti seggi, dopo quelli assegnati alla coalizione vincente e al sindaco secondo classificato, vanno ripartiti nel solito modo tra le altre liste. In ragione dei seggi spettanti, vengono eletti consiglieri i candidati di ciscuna lista che hanno preso più voti.

E per il Presidente e i consigli di Circoscrizione? A grandi linee, il meccanismo elettorale è lo stesso del Comune, con alcune importanti specificità. Anche qui vale la clausola di genere, sia nella composizione della lista che nell’espressione delle preferenze (unica o doppia ma solo a candidati di genere diverso). La prima sostanziale differenza, però, è che verrà eletto presidente il candidato che ha riportato il maggior numero di voti validi. Quindi è un’elezione su turno unico, non c’è ballottaggio: il presidente che piglia più voti vince.

Si procede alla determinazione dei seggi (che vanno da 6 a 9) spettanti a ciascuna lista utilizzando il metodo d’Hondt e si assegnano i seggi secondo l’ordine decrescente delle preferenze. Pertanto, non vi è sbarramento: alla ripartizione concorrono tutte le liste a prescindere dalla percentuale conseguita. Tuttavia, occorre sottolineare che il ridotto numero di seggi disponibili, unitamente all’adozione del metodo d’Hondt, determina uno sbarramento di fatto piuttosto elevato, che non si può quantificare esattamente in anticipo perché dipende dal numero di liste che si presentano e dalla distribuzione dei voti tra le diverse liste. Si può però presumere che sarà piuttosto difficile per una lista che non raggiunge almeno il 5 o il 6% dei voti validi conquistare un seggio, ma non si può escludere. Anche per l’assegnazione del numero dei consiglieri si applica un doppio d’Hond all’interno del gruppo di liste. Analogamente al sistema per eleggere i consiglieri comunali, viene in primo luogo eletto consigliere circoscrizionale il candidato alla carica di Presidente, tra quelli non eletti, che ha ottenuto il maggior numero di voti e almeno il venti per cento delle preferenze. Non vi è premio di maggioranza, pertanto ciascuna lista o gruppo di liste avrà solo e soltanto i seggi determinati dalla percentuale conseguita.

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