MESSINA. “Mi auguro di essere all’altezza della fiducia che avete riposto in me”. Inizia con queste parole, Cateno De Luca, sindaco di Messina, dal palco di piazza Duomo per il comizio che suggella un mese di sindacatura. Chi si attendeva toni trionfalistici, o anche solo il De Luca sopra le righe visto in campagna elettorale, è rimasto parecchio deluso. Perchè il sindaco di Messina, con la giunta al completo alle sue spalle, ha accuratamente, tranne in qualche sporadica occasione, evitato di fare polemiche.

E’ un De Luca che per un mese, giorno dopo giorno, si è trovato ad affrontare situazioni di continua emergenza, problemi per i quali non era preparato, prendere decisioni diverse da quelle che aveva immaginato (e annunciato). Anche per questo, il suo è stato un comizio coi piedi ben saldi per terra, anche se non è mancata la retorica del “noi contro i poteri forti”, che il pubblico dimostra sempre di gradire.

“Bisogna cessare col processo alle intenzioni, la città ha fatto una scelta, la più clamorosa da quando è stata introdotta l’elezione diretta del sindaco, col 65,50% dei consensi (al ballottaggio, ndr). Io sento il peso di questa scelta. Io non ho paura, né delle pressioni né delle intimidazioni, che sono arrivate e che arriveranno. C’è un sistema, in questa città, che non ci ha perdonato l’essere inquilini di Palazzo Zanca, e farà di tutto per cercare di limitare la nostra azione. E noi cosa dovremmo fare? Scendere a quei compromessi che hanno rovinato questa città? Non credo proprio. Noi andremo avanti fino in fondo secondo il programma che abbiamo esposto alla comunità“.

Più convincente, di parecchio, De Luca risulta quando parla dell’azione amministrativa, ammettendo anche qualche inciampo. “Abbiamo navigato a vista su molti fronti, abbiamo commesso errori e ne commetteremo, ma in buona fede, per declinare il programma che voi avete voluto. Le delibere di giunta più importanti le abbiamo già fatte – spiega – Ridurre i dirigenti e semplificare la macchina amministrativa. Ci fermeremo a dieci o dodici a fronte dei 23 che ci sono adesso (e dei quattro che aveva annunciato in campagna elettorale, ndr), ci sono situazioni nuove che richiedono altri dipartimenti. Questa delibera vale un milione e 200mila euro di risparmi annui. Non è possibile che chi governa debba essere ostaggio dei dirigenti. L’altro atto su cui stiamo lavorando è la riqualificazione e lo spostamento del personale”.

Un discorso, quello dei dipendenti da ricollocare, che lo porta dritto all’Atm: “Esistono al Comune 300 figure B, come gli autisti. Una parte di questi prenderà la patente, si qualificherà e andrà all’Atm. Io non permetterò che i lavoratori a tempo determinato di proroga in proroga arrivino a tre anni per far scattare l’assunzione a tempo indeterminato”. Sempre con riferimento all’Atm, De luca lega il destino del tram, che da sempre ha detto di voler togliere, con l’incontro con Pierfrancesco Vago, direttore generale di Msc (che De Luca continua a chiamare Pierluigi), che nell’incontro avuto in settimana gli avrebbe confermato che il tram nuoce anche allo sfruttamento turistico dato dalle navi da crociera.

Poi i rifiuti: “Creeremo dieci centri comunali di raccolta, scompariranno i cassonetti, verrà istituito il netturbino di quartiere, telecamere e trappole elettroniche, con l’obiettivo di superare il 65% di raccolta differenziata come legge prescrive“: il tono qui non è di quelli battaglieri che De Luca utilizza spesso, probabilmente perchè quello dei rifiuti è il settore in assoluto più complicato da gestire, come storia messinese insegna.

Dove invece il sindaco si esalta è quando parla della macchina amministrativa di Palazzo Zanca, e dei correttivi (e delle bacchettate) che intende proporre: “Devo tagliare quei servizi improduttivi del palazzo per fornire servizi. Il palazzo municipale non deve creare posti di lavoro, deve favorire la creazione di posti dei lavoro. Abbiamo approvato una delibera che semplifica i provvedimenti e introduce una regola semplice:  amministrativamente parlando, tutto si può fare nel rispetto delle regole prestabilite tranne ciò che è espressamente vietato dalla legge o dal regolamento”. E su dipendenti e dirigenti spiega: “Stop alle distribuzioni a pioggia delle risorse aggiuntive agli stipendi”. Sull’annoso problema dell’evasione tributaria, il primo cittadino ha le idee chiare: “Pagare meno ma pagare tutti”, spiega, e l’applauso si spegne sulle mani di chi lo ha votato e magari capisce che la “rivoluzione” imposta dall’ex parlamentare regionale potrebbe toccare proprio lui.

Mancano all’appello circa 35 milioni di euro di Imu e imposte collegate, per gli immobili fantasma che non sono in banca dati al Comune, e risultano 40mila utenze ad uso domestico, e dovrebbero essere il doppio. E’ un terzo delle entrate”, spiega De Luca. Perchè? Perchè gli uffici non dialogano tra loro, e non esiste una banca dati comune. “C’è bisogno di una modifica strutturale dell’ente e delle sue partecipate. Non sarà facile: tra Comune e partecipate saremo a 120 software diversi”.

Sulle nomine per i vertici delle partecipate, invece, De Luca sembra meno convincente. “La legge mi consente nomine fiduciarie, e io così ho proceduto”, spiega a chi non sembra troppo convinto dei profili dei nuovi consigli di amministrazione delle aziende. “Poi specifica meglio: “Sono nomine di persone che mi sono vicine e di cui mi fido perché le partecipate fanno parte della nostra azione di governo e devono essere in accordo con quello che facciamo al Comune”.

Sul consiglio comunale De Luca è molto schietto: “se salta l’equilibrio non potrò accettare che venga violentata la volontà popolare, non accetteremo la mera sopravvivenza, perché avete già vissuto queste fasi, e io non sono attaccato alla poltrona”.

Quindi la conclusione, non prima di aver lanciato un avvertimento ai suoi assessori (“tra cinque mesi ci sarà il “tagliando di verifica…”, avverte): “Il mio destino è legato a voi, ed il vostro è consequenziale alla fiducia che ci avete dato. Non ci rimane che andare avanti, rompendo questa spirale di negatività e avere la forza di restituire la centralità alla nostra città: Messina bella, protagonista e produttiva”.

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messinese
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30 Luglio 2018 12:17

Ma quando si dimette?