MESSINA. Il futuro amministrativo del comune di Messina targato Cateno De Luca? In una delibera, che ha per oggetto “direttive per la nuova struttura organizzativa dell’ente”. Direttive volte a “procedere ad una riorganizzazione della macchina amministrativa – recita la delibera – coerentemente con i principi delle 5 “E”: economicità, efficienza, efficacia, equità ed etica.

Tradotto, una riorganizzazione degli uffici comunali nel segno dell’accentramento di competenze, nell’accorpamento dei dipartimenti e nella gerarchizzazione delle aree: dieci strutture dipartimentali a capo delle quali porre un dirigente e all’interno delle quali far confluire tutte le funzioni attualmente individuate.

Il sindaco Cateno De Luca, ambiziosamente, terrà per sè, oltre all’ufficio di Gabinetto, anche avvocatura, Polizia municipale e servizi informativi: non le deleghe assessoriali, e quindi la competenza sulle scelte politiche, ma proprio il controllo dirigenziale diretto sugli uffici, “in posizione di dipendenza funzionale esclusivamente nei confronti del capo dell’amministrazione”, recita la delibera.

Sotto il “controllo” della segreteria generale, e della vicesegreteria, ci saranno quattro macroaree, “attuali strutture di massima dimensione”: area servizi alla persona, area tecnica, area finanziaria e politiche del territorio. La nuova strutturazione diventerà operativa dal primo gennaio 2019. Parte importante, nella nuova struttura dirigenziale di Palazzo Zanca, la giocheranno, spiega la delibera, le 108 posizioni organizzative e le 16 “alte professionalità”: 124 incarichi assegnati a funzionari e direttori di sezione, create due mesi fa dalla precedente amministrazione: un provvedimento ferocemente contestato ad Accorinti, che invece Cateno De Luca intende mantenere e sfruttare per il suo piano.

La suddivisione voluta da De Luca prenderà il posto di quella rimodulazione effettuata dall’amministrazione di Renato Accorinti datata 24 maggio 2018, che prevedeva ventitre dipartimenti (tanti quanti i dirigenti che Palazzo Zanca dovrebbe avere in pianta organica) divise in cinque macroaree.

 

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