MESSINA. “Abbiamo aggiunto nel piano di riequilibrio somme che non ci dovrebbero essere state, o che non era obbligatorio inserire, per aumentare la massa debitoria e far pressione sui debitori per accettare un accordo con abbattimento del credito”. Sembrava una “spacconata” quella che l’ex sindaco Cateno De Luca aveva detto incautamente a favore di diretta facebook, invece è, quasi alla lettera, quello che il sindaco ha scritto e sottoscritto, in un documento che ha consegnato ed illustrato alla Corte dei conti tre settimane fa per rispondere alle pesantissime critiche mosse dai magistrati contabili sul piano di riequilibrio (che oggi è stato rimodulato).

Per persuadere i creditori a sottoscrivere gli accordi di abbattimento del 50% del credito con pagamento in due annualità della parte rimanente del credito o, in alternativa, di rateizzare in tredici anni le loro pretese, abbiamo inserito nella massa debitoria del PRFP (il piano di riequilibrio finanziario pluriennale, ndr), con la rimodulazione del 23 novembre 2018, una parte consistente che non aveva titolo a starci o era facoltativo inserire“, scrive candidamente De Luca nella relazione ai magistrati contabili. Di che somme si tratta?

Nel precedente PRFP erano state inserite nella massa debitoria i debiti delle partecipate con i loro creditori, per un complessivo importo di € 64.435.044,92, con l’intento di porre a carico del Piano la situazione debitoria delle singole partecipate in violazione del divieto di soccorso finanziario in assenza, come in questo caso, dei presupposti di legge che lo giustificassero. Noi abbiamo aggiornato questi dati della massa debitoria portandola ad € 132.351.978,58 con l’intento di accrescere nominalmente la massa debitoria procedendo successivamente, come è stato fatto, alla messa in liquidazione o dichiarazione di fallimento di tutte le partecipate inserite nella parte passiva del PRFP”. E ancora “Abbiamo aumentato il Fondo rischi, pur non essendo obbligati in quanto trattasi di un accantonamento volontario, dall’originaria previsione di € 56.409.047,12 ad € 71.079.295,57 sempre con l’intento di accrescere nominalmente la massa debitoria del PRFP”. Come se non bastasse, De Luca spiega che “Non abbiamo espunto dal Piano il rientro per il disavanzo da riaccertamento 3.215.420,37 per un totale di € 61.092.987,03 pur non essendo un obbligo lasciarlo nel PRFP sempre con l’intento di accrescere nominalmente la massa debitoria del PRFP”.

Basta? Nemmeno per sogno. De Luca ribadisce con forza: “Per quanto esposto, è evidente che il PRFP conteneva una massa debitoria nominale di € 264.524.261,18 che non aveva alcun motivo di essere contemplata ma tale scelta è stata messa in atto per agevolare le attività di rientro programmata nel PRFP.”

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