7) Siracusa, crescono le attività connesse alla produzione di droga

 

Il panorama criminale siracusano continua a caratterizzarsi per la operatività di consorterie riconducibili a due principali gruppi: Bottaro-Attanasio e Nardo-Aparo-Trigila, a loro volta legati, rispettivamente, al clan Cappello e a Cosa Nostra etnea, in particolare alla famiglia Santapaola, da cui traggono sostegno e legittimazione. L’assenza di conflittualità sarebbe in parte garantita da accordi di non belligeranza, in parte grazie agli arresti di elementi di spiccato spessore criminale appartenenti ad entrambi gli schieramenti. Ciononostante, si continuano a registrare condotte tipicamente mafiose: estorsioni, danneggiamenti, intimidazioni con l’aggravante dell’associazione armata. Anche in questa provincia, al pari di quella trapanese, le attività connesse alla produzione di sostanze stupefacenti stanno assumendo un particolare rilievo.

 

8) Ragusa, leadership contesa fra gli Emmanuello e la Stidda

 

La provincia iblea continua a caratterizzarsi per la contemporanea presenza sul territorio di sodalizi riconducibili alla stidda gelese – la cui influenza si estende agli abitati di Vittoria, Comiso, Acate e Scicli – e di famiglie appartenenti a Cosa Nostra, legate agli Emmanuello di Caltanissetta. Lo storico clan Dominante-Carbonaro rappresenta tuttora una delle massime espressioni delle consorterie stiddare sul territorio ragusano, nonostante lo stato di detenzione cui è sottoposto uno dei maggiori esponenti del sodalizio. In posizione contrapposta si pone il sodalizio riconducibile ai fratelli Piscopo, legato invece alla famiglia nissena degli Emmanuello. Il traffico e lo spaccio di stupefacenti si attestano tra le attività criminose che coinvolgono anche soggetti extracomunitari, e si registrano episodi di intimidazione nei confronti di funzionari pubblici.

 

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