5) Caltanissetta: Cosa Nostra, la Stidda e il Gruppo Alfieri

 

L’assetto della criminalità organizzata della provincia nissena continua ad essere connotato dalla storica convivenza tra Cosa Nostra e Stidda, secondo moduli di sempre maggiore contiguità e collaborazione, anche tra famiglie da tempo antagoniste, quali quelle dei Rinzivillo e degli Emmanuello, anche se il territorio gelese resta l’unico dove si continuano a registrare episodi violenti, come dimostrano i tentati omicidi di due pregiudicati. Ecco la suddivisione:

Cosa nostra, articolata negli storici quattro mandamenti (su cui sono incardinate complessivamente tredici famiglie), è soggetta alle generalizzate dinamiche di costante ristrutturazione interna che riguardano l’intera organizzazione criminale;

La stidda permane nel triangolo geografico compreso tra i comuni di Gela, Niscemi e Mazzarino;

Il Gruppo Alferi, drasticamente colpito, dopo una breve parabola criminale, sia dagli arresti che da provvedimenti ablativi, permarrebbe relegato in un forzato immobilismo.

È una mafia vecchio stampo, quella nissena: danneggiamenti e episodi estorsivi, quest’ultimi spesso camuffati da “offerte” di forniture, di servizi e di manodopera, diversi casi di danneggiamento mediante incendi, ma anche azioni più esplicite, come l’esplosione di colpi di arma da fuoco contro vetrine e saracinesche. Si sono registrate anche intimidazioni nei confronti di politici locali. Se dal condizionamento delle commesse pubbliche le organizzazioni criminali della provincia continuano a trarre importanti guadagni, le maggiori risorse continuerebbero comunque a pervenire dal traffico e spaccio delle sostanze stupefacenti, anche se i canali di approvvigionamento restano esterni dalla provincia.

 

6) Enna, cinque famiglie e nessun mandamento

 

Cosa Nostra ad Enna è divisa tra tensioni tra i clan locali con rimodulazione degli assetti e delle leadership tra le famiglie, e l’influenza dalle organizzazioni delle provincie limitrofe, ben più forti e strutturate, che vedono nell’ennese un’area su cui espandersi. Le cinque famiglie sono peraltro costituite da un numero ridotto di “uomini d’onore”, circostanza che ha escluso la creazione di una figura tipica dell’organizzazione mafiosa tradizionale, il mandamento, struttura intermedia nata al fine di meglio coordinare l’attività di più famiglie stanziate sul territorio, i cui orizzonti territoriali raramente riuscirebbero a superare i comuni di insediamento e le cui tipiche espressioni criminali finalizzate al controllo del territorio si sostanziano nelle estorsioni, nell’usura e nello spaccio di stupefacenti.

 

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