4) Agrigento, un’organizzazione unitaria e arcaica

 

Cosa Nostra agrigentina si presenta come un’organizzazione strutturata in modo unitario, in contatto diretto con altri gruppi mafiosi e operativa secondo codici comportamentali arcaici che si perpetuano nel tempo, ma si sta registrando un riordino degli equilibri interni, quale conseguenza di recenti scarcerazioni di esponenti di rilievo di famiglie del posto: questo sta portando a conoscere meglio gli organigrammi delle famiglie mafiose di Santa Margherita di Belice, Montevago, Ribera, Cattolica Eraclea, Cianciana, Montallegro, Siculiana, Porto Empedocle, Agrigento, Favara e Campobello di Licata. Le operazioni del 2016 hanno evidenziato sia la forza militare che la capacità di alterare gli assetti sociali e imprenditoriali del territorio, attraverso il riciclaggio di consistenti capitali illeciti, e si affiancano a estorsioni, usura, e traffico e spaccio di stupefacenti, che consentono sia un immediato accumulo di ricchezza, che un pressante controllo degli operatori economici del territorio. Dal punto di vista imprenditoriale, si registra un interesse verso i subappalti: l’interesse di Cosa Nostra sembra infatti essersi spostato dalla fase dell’aggiudicazione alle fasi successive, in cui potrebbe essere esposta a minori controlli.

 

Trapani, un modello verticistico che fa capo a Matteo Messina Denaro

 

Cosa nostra mantiene inalterato il modello organizzativo tradizionale, di tipo verticistico, con un controllo capillare del territorio ed una forte coesione, data anche dal permanere della leadership del superlatitante Matteo Messina Denaro. Attorno a quest’ultimo, gli affiliati – gran parte dei quali in età matura e provenienti dal mondo agro-pastorale – avrebbero maturato un forte senso di appartenenza. Le famiglie mantengono uno stato di pacificazione e di cooperazione: l’associazione riesce a esprimere un’elevata capacità di mimetizzazione, perseverando nell’opera di inquinamento dell’economia locale. Il settore edile emerge tra quelli di principale interesse dei clan grazie alle infiltrazioni nel sistema dei sub appalti, delle forniture e della produzione e distribuzione degli inerti nel ramo dell’edilizia, pubblica e privata. Nella provincia, continuano a registrarsi con una certa frequenza i reati connessi alle sostanze stupefacenti e resta diffusa l’attività estorsiva.

 

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