Andarsene
Per razionalizzare i sentimenti certe volte è necessario allontanarsene, prenderne le distanze e fare in modo che le emozioni abbiano il tempo di maturare in segreto, nelle stanze più remote dell’inconscio. Partire, in fondo, serve anche a questo: lasciarsi alle spalle un pezzetto di sé e mettersi in gioco. Lontani dagli affetti e dalle abitudini di sempre. Per comprendere realmente chi siamo.
Una sfida a se stessi e al mondo intero che inizia sul traghetto, con il vento che ci scompiglia i capelli, l’odore del mare che non è mai stato così intenso e la città che piano piano si fa più lontana. Fino ad ora non ti eri mai accorto di quanto fosse bella. Lo capisci solo adesso, con le valigie in mano e un biglietto di sola andata nella tasca della giacca. Osservi le case, che ti sembra di riconoscere una ad una, e poi i colli, le chiese e le strade, e mentre la nave si allontana e quel magone che avverti al centro del petto non ti permette di respirare, non sai più che sentimenti provare, sballottato fra l’entusiasmo per un’avventura che inizia e la malinconia per una storia d’amore che finisce. Ci si sente così: sospesi. In bilico fra voglie alternate di andare e restare. Di andare. E restare.
Stato d’animo: la rabbia. Quella di migliaia di ragazzi costretti ad abbandonare una terra che non è più in grado di garantire un futuro dignitoso ai propri figli. Che tuttavia – nonostante tutto – non smettono di amarla.
(foto in copertina di Gianluca Chillemi)
Questo primo punto mi ha dato un colpo al cuore. Non me l’aspettavo! P.s. non per essere ripetitiva ma anche il gelato gianduia e panna del bar del sud non può mancare all’elenco 🙂
Grazie per il tuo articolo Marino, è veramente bello e mi sono ritrovato in tutti e 5 I punti. Non ci conosciamo, ma dopo aver letto questo articolo penso che posso capirti. Grazie ancora da un messinese all’estero?
grazie mille 🙂