MESSINA. Non smette di far discutere l’aeroporto di Reggio Calabria, “salvato” di recente dalla decisione di Alitalia di ritornare sui propri passi dopo aver annunciato l’addio allo scalo. Un contrordine, accolto con grande soddisfazione dalla classe politica, Accorinti e Falcomatà in testa, che ha invece fatto storce il naso a molti per via delle tratte (solo due al giorno), degli orari e dei numeri di affluenza. A dire la sua, in un comunicato, anche il vicepresidente della Commissione trasporti Enzo Garofalo, che già nei giorni scorsi aveva espresso le sue perplessità sul destino dello scalo. 

 

 

“Parlo da messinese: l’aeroporto a Reggio, il più a meridione della penisola, è necessario come strumento di libertà. Bisogna dirci in faccia la verità – spiega il deputato a margine dell’audizione informale del presidente della regione Calabria sull’aeroporto  – i cinque milioni di euro di perdite al Tito Minniti non sono causati dai voli che avevano buoni coefficienti di riempimento e venivano apprezzati dai passeggeri ma, semmai, da altre scelte evidentemente poco oculate da parte di Alitalia”. 

“Il tema da affrontare se non si vuole condannare alla chiusura l’aeroporto – prosegue Garofalo – è cosa offrire ai passeggeri perché scelgano il Tito Minniti. Non basta l’impegno della politica. Ci vuole un piano tecnico di interventi che trovi soluzioni e dia vita a un sistema appetibile. Si deve intervenire presto,perché se l’offerta rimane quella attuale i cittadini si abitueranno, come stanno già facendo, a non tenere in considerazione questo aeroporto e il danno diventerà irreparabile”.

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