MESSINA. Viabilità, acqua, riqualificazione a verde, formazione degli operai: sono alcuni dei punti che Cateno De Luca inserirà nell’annunciata legge speciale per il ponte sullo Stretto di cui ha parlato ieri a Messina e oggi a Palermo, per “mettere sullo stesso piano il ministero delle Infrastrutture, la Stretto di Messina, la Regione Siciliana e il comune di Messina”.
E’ un’altra puntata del controverso rapporto tra Cateno De Luca e il ponte sullo Stretto di Messina, che ondeggia tra amore e odio a puntate alterne, e va avanti da decenni, letteralmente. Oggi il leader di Sud chiama Nord sembra aver messo da parte i sentimenti, e guarda la cosa con la razionalità necessaria. “L’unica cosa che ho sempre detto è semplice e chiara: la città di Messina non può subire la realizzazione del ponte – aveva scritto un mese fa in un post su Facebook – fino a quando la Corte dei Conti non assevera il percorso avviato dal Governo di Giorgia Meloni con le relative coperture finanziarie il Ponte sullo Stretto di Messina rimane una suggestiva chimera. Quando si passerà dalla suggestiva ipotesi del Ponte alla concreta possibilità di realizzarlo formulerò la mia posizione senza sconti per nessuno“, aveva dichiarato De Luca.
Visto che secondo l’ex sindaco di Messina il momento è vicino (“non credevo che la Corte dei Conti potesse mettere la “bollinatura” all’opera”, ha confessato ieri), si parte da “una lettera al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e una alla Regione siciliana in cui il sindaco Federico Basile ha chiesto di definire una cabina di regia che metta sullo stesso piano ministero, Stretto Spa, ma anche Messina e Regione Siciliana”: tavolo, quello che immagina De Luca, propedeutico alla legge speciale che, ha annunciato, porterà in parlamento “per un confronto con tutte le forze politiche perchè la sostengano, così poi vediamo chi ha a cuore le sorti della città e chi no”.
Cosa ci sarà dentro? I punti sono ancora molto vaghi perchè “non c’è un progetto esecutivo e uno studio di impatto sulla vivibilità della città”, ma De Luca ha intenzione di inserire la questione dell’approvvigionamento idrico e quello della viabilità, ma soprattutto la sorte degli espropriati che perderanno le case. Altri fronti riguarderanno la riqualificazione a verde di tutta l’area nord e della riserva naturale di capo Peloro, ma anche “l’inserimento lavorativo e la formazione di maestranze adeguate al progetto e possibilmente messinesi“, ha spiegato, anche se il progetto definitivo prevede alloggi per operai ovviamente provenienti da fuori città.