Muccalapuni
L’iconografia tipica del credulone è standardizzata ad ogni latitudine: occhio non trovo vispo, bocca aperta, stupor in piena azione. Così come sono abbastanza equipollenti i termini usati per definirla. In riva allo Stretto invece no. Perché quando al messinese gli piglia la sindrome competitiva non ce n’è per nessuno.
E il questi casi, il simbolismo e la forza immaginifica di alcune espressioni sfiorano davvero il genio, esaltando le infinite potenzialità figurative del linguaggio. Laddove nel resto della penisola per definire colui il quale si beve la qualsiasi, un tizio insomma non troppo sveglio, si usa boccalone, il messinese travalica l’immediatezza e rende dinamica un’immagine altrettanto statica e didascalica: non solo la bocca aperta, ma la bocca aperta e per giunta popolata dai mosconi. Perché poi proprio i mosconi, i laponi o al massimo i calabroni? Qui la questione si fa più nebulosa. Forse perché ai messinesi, famosi per esagerare – non a caso ci chiamano buddaci – i moscerini gli “buttavano troppo poco”.
very good!
Mammafausa mi ha fatto ricordare di un gioco che facevamo da bambini forse era a “nascondino”?
mi hai fatto ridere, bravo!
al prossimo giro mettici dentro anche “masticante”, un capolavoro senza tempo
quoto! “masticante” è un capolavoro linguistico messinese doc!
In effetti masticante meritava
Mi sembra come minimo esagerato il sottotitolo (parole con la M che esistono SOLO (sic!) a Messina), dal momento che alcune parole (minarsela, manciaçiumi) sono almeno pansiciliane. In questi casi, invece di Wittgenstein, basterebbe un vocabolario dialettale per rendersene conto.
“Milla” che bell’articolo!!
Suffareddu. Lo dice sempre mia mamma ai miei figli. Ma chi aviti u suffareddu ‘nto culu? Per indicare la loro irrequietezza e l’ essere molto vispi.
Sciabbacheddu oltre per indicare il pesce, serve ad indicare la presenza in un luogo di ragazzini.
‘Nto viali oggi c’era un saccu i sciabbacheddu
Grande Marino! …alla voce “minarsela” aggiungerei l’evocativo (e mai sentito altrove) “minarla alle bratte” (dicasi di azione inutile, inconcludente)