MESSINA. La settimana è di quelle simboliche: secondo il cronoprogramma del progetto definitivo del ponte sullo Stretto dettato dalla Stretto di Messina Spa, venerdi 20 dicembre ci sarà la simbolica “prima pietra” della grande opera (la seconda “prima pietra”, ad essere precisi: la prima sarebbe già stata posata esattamente 15 anni fa con la variante di Cannitello). Il calendario prevede infatti che il 20 dicembre ci sia la firma dell’atto aggiuntivo da parte del contraente generale Eurolink e, con riferimento al cantiere principale, quello di Ganzirri sul quale materialmente sorgerà il ponte, parte la procedura di occupazione temporanea preordinata all’esproprio e all’acquisizione di aree e fabbricati con procedura di accordo bonario, che durerà tre mesi, dal 21 dicembre al 24 marzo (qui tutto il cronoprogramma).

Nel frattempo, chi si oppone alla costruzione del ponte non sta con le mani in mano. Sabato 14, a piazza del Popolo, si è svolto un altro presidio, in cui manifestanti, attivisti e politici hanno preso la parola per spiegare le prossime mosse: il comitato No Ponte Capo Peloro ha annunciato una raccolta di firme per lanciare un appello al presidente della repubblica Sergio Mattarella “nel suo ruolo di garante e custode delle regole costituzionali e politiche”, mentre il segretario provinciale della Cgil Piero Patti ha fatto riferimento alle cifre sull’occupazione, lievitate negli anni fino a cifre assolutamente inverosimili. mentre si sa con certezza quanti saranno gli operai e le maestranze non messinesi (dal numero di alloggi a loro destinati)

Sul palco anche politici come la senatrice del Movimento 5 stelle Barbaba Floridia e il segretario provinciale del Pd Armando Hyerace, e attivisti come Anna Giordano del Wwf e Aura Notarianni, la legale che sta portando avanti l’azione inibitoria sottoscritta da 104 cittadini davanti al Tribunale delle Imprese di Roma per “la cessazione immediata da parte della società Stretto di Messina, di ogni atto o comportamento pregiudizievole dei diritti e degli interessi collettivi” e “di ogni attività tendente all’approvazione del progetto definitivo ed esecutivo”. Associazioni ambientaliste hanno infine annunciato ricorso contro il nulla osta della commissione per la valutazione d’incidenza dell’opera.

 

 

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