MESSINA. Venerdi 20 potrebbe non esserci nessuna posa della “prima pietra” del ponte sullo Stretto di Messina, così come previsto dal cronoprogramma della Stretto Spa, che con la firma dell’atto aggiuntivo da parte del contraente generale Eurolink e la procedura di occupazione temporanea preordinata all’esproprio e all’acquisizione di aree e fabbricati con procedura di accordo bonario, avrebbe dato il via all’operazione.

Lo spiega Aura Notarianni, la legale che sta portando avanti l’azione inibitoria sottoscritta da 104 cittadini davanti al Tribunale delle Imprese di Roma per “la cessazione immediata da parte della società Stretto di Messina, di ogni atto o comportamento pregiudizievole dei diritti e degli interessi collettivi” e “di ogni attività tendente all’approvazione del progetto definitivo ed esecutivo”. Perchè?

“L’udienza davanti alla corte d’appello di Roma è sempre fissata per il 9 giugno del 2025, ed è dinanzi a questo giudice che Eurolink dovrà rinunziare alle azioni promosse contro lo Stato italiano e contro la stretto di Messina e quindi, prima di questo momento, non potrà firmare nessun atto aggiuntivo a titolo oneroso e quindi nessun lavoro può esserle assegnato”, spiega Aura Notarianni. L’azione inibitoria non è stata decisa, è stata discussa l’8 novembre, e il tribunale si è riservato la decisione, non emanando alcun atto interlocutorio: l’esito potrebbe essere decisorio a favore dei ricorrenti, oppure potrebbe essere rigettato, riconoscendo le ragioni della Stretto Spa, oppure ancora, la corte potrebbe decidere per una remissione alla corte costituzionale del decreto Ponte per incostituzionalità. Cosa succederebbe se l’azione avesse successo?

In caso di accoglienza, in sostanza si “inibiscono” gli atti che la Stretto di Messina Spa dovrebbe porre in essere rispetto alla prosecuzione delle attività connesse alla conclusione della conferenza dei servizi, prima che il progetto definitivo passi al Cipess per il via libera sulla progettazione esecutiva e realizzazione dell’opera. Nello stesso giudizio pendente, in opposizione ai 104 “no ponte”, c’è stato un intervento sottoscritto da 140 cittadini a favore dell’opera. Inoltre il 19 dicembre sarà notificato il ricorso delle associazioni ambientaliste contro la commissione di valutazione dell’incidenza ambientale che ha dato via libera al progetto.

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