MESSINA. Per i tecnici del dipartimento all’Ambiente della Città metropolitana di Messina, il parere all’aggiornamento del progetto definitivo del ponte sullo Stretto, ai fini della valutazione d’incidenza ambientale, è “non favorevole”. A causa delle potenziali conseguenze sulla laguna di capo Peloro, sul canale Margi e sui laghi di Ganzirri e Faro.

La relazione in cui i tecnici esprimono il diniego è stata depositata venerdi, alla scadenza del tempo utile alla presentazione di osservazioni e pareri al progetto definitivo per le successive valutazioni sull’impatto ambientale del ponte da parte del Mite, il ministero per la Transizione ecologica. Il documento si focalizza essenzialmente sul sistema di fondazione delle gambe delle torri che reggeranno l’impalcato, sull’attività di cantiere prevista nell’area, sul sistema di fondazione delle pile del viadotto “Pantano” che sovrasta il canale “Margi”, e su questi punti ha sollevato criticità che hanno portato al parere negativo. Quali?

Un’alterazione del delicato equilibrio dell’ecosistema lagunare, determinata da un minor apporto di acque continentali tramite il canale “Margi”, si ripercuoterebbe già a breve termine direttamente sulle caratteristiche chimico-fisiche e biologiche dell’ecosistema – si legge nella relazione – In particolare verrebbero danneggiate in maniera irreversibile le comunità biotiche del lago “Faro”, che è notoriamente caratterizzato da specie endemiche o rare e comunità peculiari. Il lago “Faro”, raro esempio di ambiente meromittico (motivazione di istituzione della Riserva) rappresenta, infatti, un ecosistema unico al mondo. Il suo delicato equilibrio idrologico consente infatti il trasferimento di biomassa chemio-autotrofa dalla zona anossica profonda a quella ossigenata superficiale, il cui vitale contributo trofico determina l’elevata biodiversità del bacino. La vulnerabilità del sistema idrico – prosegue il documento – viene attestata anche dalla ristretta banda temporale in cui avviene l’apertura dei canali di collegamento con il mare aperto (canale degli Inglesi e canale Catuso) per il necessario ricambio delle acque e il mantenimento delle proprietà chimico-fisiche delle stesse. Un intervento destinato a isolare reciprocamente i due bacini, con la rottura dell’equilibrio idrologico e con l’interruzione dello scambio delle acque di falda, avrebbe quindi come effetto permanente l’alterazione e la fine dell’attuale ecosistema e della relativa fauna acquatica che lo caratterizza”.

Il secondo punto critico è direttamente connesso al primo: “la scomparsa dell’attuale ecosistema determinerebbe un’interruzione dell’importante attività della molluschicoltura, praticata dalla gente del luogo sin dai tempi dei Borboni, con conseguenti danni socio-economici sulla comunità locale”.

Quindi il terzo: “Le scogliere artificiali che verranno realizzate a protezione del piede della torre nord del Ponte (come in progetto) ed i due pontili previsti nella stessa zona nella fase di cantiere determineranno la distruzione della duna embrionale costiera e di un lungo tratto del “beach rock”, formazione geologica-conglomeratica di importante valore ecologico, entrambe fondamentali motivazioni di istituzione della Riserva “Laguna di Capo Peloro”.

La conclusione è una “bocciatura” dell’aggiornamento del progetto definitivo: “Tutto quanto sopra premesso, preso atto, visto, considerato e ritenuto, per quanto di competenza, nella qualità di Ente Gestore dell’area protetta, si esprime parere non favorevole al progetto definitivo dell’opera “Collegamento stabile tra la Sicilia e la Calabria”, conclude la relazione.

Secondo quanto scriveva la Stretto di Messina nel 2011, nella valutazione d’incidenza del progetto definitivo originale, nessuna delle circostanze sollevate dalla Città metropolitana era stata ritenuta possibile.

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Joshua
Joshua
16 Aprile 2024 16:15

Figuratevi se l’avrebbero presa in considerazione… Parole al vento! Tanto a loro non gliene può fregare de meno della laguna o degli equilibri o di qualsivoglia “bazzecola” messinese, quello che importa è il denaro.