MESSINA. La biodiversità dell’habitat naturale messinese è certificata da centinaia di studi: soprattutto quella delle zone più pesantemente interessate dal progetto del ponte, i laghi di Ganzirri e Faro, e la riserva naturale orientata di Capo Peloro. Cosa è previsto nel progetto definitivo per la salvaguardia ambientale? Tra le schede di progetto sottoposte a procedura di Via (valutazione d’impatto ambientale), c’è quella che prevede le opere di mitigazione e compensazione ecologica. Il pericolo ipotizzato è quello di “alterazione dell’ecosistema lacustre a causa di sversamenti accidentali“, ripercussioni sugli ecosistemi dunali e eulitorali (relativo cioè alla zona marina), modifiche agli ambienti psammofili (piante che crescono in ambienti sabbiosi) e alofili (piante che crescono in ambienti con salinità molto elevata), e genericamente una non meglio specificata “riduzione delle popolazioni”. Giova notare che nessuno dei due laghi sarà direttamente interessato dai cantieri del ponte, e che, secondo la Stretto di Messina, eventuali problemi potrebbero derivare solo da incidenti e non dalle lavorazioni per il ponte.

Secondo il progetto definitivo, le azioni di compensazione e mitigazione prevedono la realizzazione di un depuratore a Tono (di cui si parla da almeno vent’anni, con autorizzazione da parte della Regione Siciliana quasi due anni fa) a Puntale Quattrofave, nei pressi della foce della fiumara di Tono, del sistema fognario Torre Faro-Mortelle, ma anche di un anello di raccolta delle acque bianche intorno al lago grande a Ganzirri: quello che da almeno cinque anni il comune di Messina sostiene sia in procinto di partire per evitare c he ad ogni temporale nei dintorni del lago si formi… un altro lago, come puntualmente avviene. “L’intervento mira a migliorare la qualità complessiva dell’ecosistema lacustre riducendo gli attuali livelli di criticità – spiega la relazione – dal punto di vista naturalistico, l’azione prevede interventi a supporto del processo di rinaturalizzazione spontanea del lago“, si legge, senza ulteriori spiegazioni.

Gli interventi, secondo il progetto, si estenderanno a tutta la riserva naturale di Capo Peloro, con la “riqualificazione del verde naturale fruito e la sensibilizzazione ambientale”, spiega la relazione, che continua con “prescrizioni e supporto per l’attività di potenziamento della naturalità diffusa, introduzione negli arredi previsti di elementi di sensibilizzazione naturalistica (tabellonistica, micro giardini di piante spontanee ecc.), ripristino e miglioramento degli habitat dunali e retrodunali). L’intervento è previsto in corrispondenza della costa nord-est tra Tono e Mortelle, e all’interno della riserva di Capo Peloro (Da Ganzirri a Faro).

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