MESSINA. Tra Genio civile e comune di Messina ormai è guerra aperta. A bassa intensità, dato il contegno istituzionale dovuto tra i due enti, ma guerra. Che vede nell’ingegnere capo dell’ufficio regionale, Leonardo Santoro, l’incursore.

Dopo la circolare con la quale annunciava il ritiro del parere favorevole alla variante di salvaguardia del Prg, la “salvacolline”, oggi il capitolo della saga si arricchisce di un nuovo episodio con la “bacchettata” al Comune per un’ordinanza emanata dal sindaco Renato Accorinti a fine 2015. Di cosa parlava l’ordinanza? Di manutenzione urgente dei torrenti e delle opere idrauliche.

La cui manutenzione il sindaco imputava al Genio civile, intimando all’ufficio di via Saffi di provvedere “con urgenza alla progettazione e successiva realizzazione di interventi, con i fondi all’uopo stanziati, di manutenzione ordinaria e straordinaria del demanio idrico fluviale”: i torrenti, in pratica. Nei quali, oltre al naturale accumulo di materiale che viene giù dalle colline, periodicamente si riempiono di vegetazione, e pure di immondizia e suppellettili che i solerti messinesi hanno cura di depositare negli alvei, scambiandoli inspiegabilmente per discariche.

Apriti cielo. Intanto l’ordinanza è stata impugnata dall’assessorato regionale alle Infrastrutture ed è tuttora pendente di fronte al Tribunale superiore delle acque pubbliche, motivo per il quale a palazzo Zanca sono scesi a più miti consigli: “Si prende atto della volontà di codesta amministrazione di voler derubricare l’ordinanza di che trattasi, peraltro illegittimamente rivolta a dirigente di struttura dell’amministrazione regionale, sovraordinata rispetto a codesto ente locale”, scrive Santoro, ristabilendo le gerarchie amministrative, in premessa, con una certa soddisfazione.

Subito dopo passa al contrattacco. La derubricazione, scrive Santoro, conferma la coerenza e “non già l’illegittimità” delle ordinanze emesse dal suo ufficio, e comunque non riguardavano direttamente l’argomento in questione: “Ordinanze emesse per questioni attinenti ad altro comune e di gran lunga diverse rispetto quelle riguardanti le criticità idrauliche presenti nel comune di Messina e causate dalla presenza, pericolosissima, di numerosi nodi strada-alveo finalizzati al collegamento improprio di strade comunali (non regionali)”, scrive ancora Santoro.

Alla fine, il ribaltamento di prospettiva: dall’ordinanza originaria in cui il Comune “imponeva” gli interventi al genio civile, si arriva all’esatto contrario: “tali nodi, peraltro censiti recentemente dal dipartimento regionale di protezione civile e per i quali le ordinanze dell’ingegnere capo del Genio civile richiedono l’eliminazione e la sostituzione con opere infrastrutturali stabili di attraversamento fluviale”, conclude Santoro.

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