MESSINA. Si terranno a Messina i funerali del regista messinese Gianfranco Serraino, assassinato a Los Angeles lo scorso 13 settembre nella casa in cui si era trasferito dopo la separazione (non ancora ufficializzata) dalla moglie Lys Sparrow. Il rientro del feretro in Italia è previsto per metà ottobre e intorno a quella data si celebrerà la cerimonia. Dopo, invece, verrà seppellito nella cappella di famiglia. La moglie di Serraino, inoltre, ha organizzato un memorial in ricordo del regista messinese a Malibu, il prossimo 27 ottobre.

Nel frattempo, proseguono le indagini dell’autorità giudiziaria. Presunto assassino è l’italo-americano  Halbert Abbate, detto Charlie, di 35 anni. Nato e cresciuto in Minnesota, ex militare e pugile, Abbate era in libertà vigilata per altri reati. L’uomo occupava una delle cinque stanze in affitto della casa in cui Serraino stava temporaneamente vivendo.

Confermato anche il racconto del fratello, che per smentire le tante voci circolate aveva fatto girare una nota che chiariva le circostanze della morte di Gianfranco. Quel giorno il regista dopo lunga attesa aveva saputo che uno dei suoi progetti aveva ricevuto un finanziamento europeo di 300 mila euro. Una lieta notizia che aveva spinto l’amico, Paolo Lorant, anche lui di origini italiane e coinquilino, ad uscire per acquistare dello spumante per festeggiare. Al suo rientro, secondo una prima ricostruzione, Lorant ha trovato l’artista messinese sdraiato nel suo letto, privo di coscienza e ferito, ha dunque chiamato subito il 911, il numero di emergenza americano, ma una volta arrivati sul posto i medici non hanno potuto far altro che costatarne il decesso a seguito di una coltellata. Abbate nel frattempo non era più in casa ed è risultato fuggitivo per giorni, fino a quando è stato rintracciato e arrestato il successivo mercoledì dalla polizia di Los Angeles.

Una delle ipotesi più accreditate dagli investigatori è che il 35enne abbia indirizzato la sua furia assassina verso il messinese in preda a paranoie e deliri, forse geloso della donna con cui aveva una relazione. Per il pugile è stata fissata dal giudice californiano una cauzione di 3 milioni di dollari ma su di lui pendono anche i precedenti.

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