MESSINA. L’efficacia dell’ordinanza del sindaco Cateno De Luca che chiudeva tutte le scuole fino al 23 gennaio è stata sospesa dal Tar di Catania, per cui i suoi effetti sono nulli, l‘ordinanza è come se non esistesse. Eppure, per grossa parte dei dirigenti scolastici messinesi, il decreto di un tribunale amministrativo non ha valore, o meglio, deve essere sancito da una comunicazione da parte del Comune (mentre invece ha efficacia immediata di per sè, essendo tra l’altro gerarchicamente superiore). Domani, quindi, i ragazzi delle scuole dovranno abbandonare la dad per tornare a svolgere le lezioni in aula.

Un’ordinanza, quella del sindaco, in vigore per appena un giorno, ovvero fino a quando (in maniera prevedibile) non è stata impugnata dinnanzi al tribunale amministrativo per un ricorso proposto dal comitato Scuola in presenza. Che fosse in conflitto con le disposizioni di legge, infatti, era ormai chiaro, ma finché nessuno avviava il procedimento per annullarla era a tutti gli effetti efficace. Questa non ha fatto altro che creare più confusione all’interno dell’ambiente scolastico, con genitori, alunni, professori e presidi che fino a ieri sera, giorno prima del rientro in classe di tutta la Sicilia, non sapevano come organizzarsi per questa stamattina.

E’ stato un pomeriggio movimentatissimo, quello vissuto all’interno dei plessi scolastici, con buona parte delle dirigenze degli istituti che in un momento di caos sono andate nel pallone. Nonostante l’annullamento (immediatamente efficace) del provvedimento firmato dal sindaco Cateno De Luca, alcuni dirigenti scolastici non hanno emesso alcuna circolare di rientro in classe perché in attesa di un ulteriore provvedimento di revoca dell’ordinanza da parte dello stesso primo cittadino: inutile, perchè la pronuncia del tar ha efficacia di per sè, e perchè una decisione di un organo gerarchicamente superiore, il Tar, non può avere efficacia subordinata a quella di un organo inferiore, il Comune. Una norma astratta di legge che i presidi non hanno voluto considerare . Per rimediare, dal comune di Messina, a firma Francesco Gallo, assessore alla Scuola, è partito un comunicato stampa (un comunicato, non una circolare ufficiale) che sancisce che “a partire da domani, venerdì 14 gennaio, l’attività didattica riprenderà in presenza”, senza fare menzione al grande equivoco in cui sono incappati un gran numero di dirigenti scolastici: e cioè che l’ordinanza andasse in qualche maniera revocata. Un’ordinanza annullata, infatti, cessa di avere efficacia. E non è necessario che l’amministrazione comunale la annulli a sua volta o che lo comunichi. Il sindaco può diramare una nota per informare le scuole, ma non è obbligato a farlo. E in caso del mantenimento in dad si tratterebbe di una violazione delle disposizioni di legge sulla base di un’ordinanza che, di fatto, non esiste più. Quello che è certo è che la situazione è rimasta confusissima fino al tardo pomeriggio: fino alla diretta di De Luca delle 19, che ormai ha praticamente assunto i contorni di fonte normativa gerarchicamente superiore a tutte le altre.

A onor del vero, alcune scuole hanno oggettivamente problemi per la riapertura in presenza, dovute a personale e docenti rinchiusi a casa in quarantena o contagio. Altre, invece, si sono ritrovate a giustificare la non riapertura con improbabili sanificazioni delle aule dell’ultimo momento (con praticamente un mese di tempo, e soprattutto senza che nessuno le abbia frequentate, le aule), in un clima da “fate un po’ come vi pare”, rimandando ormai a lunedi l’effettivo rientro in classe. C’è anche chi, come Piero Latona, preside del Minutoli ma anche consigliere comunale e presidente della commissione consiliare alla Cultura, spiega molto prosaicamente che “non appare opportuno modificare solo per il 14 gennaio l’organizzazione già in vigore”, e quindi ci si vede a scuola tutti quanti lunedi 17: anche lui, nella circolare, sostiene (erroneamente) che l’ordinanza di De Luca vada revocata.

Per il sì e per il no, durante il pomeriggio quasi nessuno dei dirigenti scolastici aveva emanato circolari di riapertura, attendendo il “via libera” (inutile e superfluo) dal Comune. E anche dopo, c’è stato chi ha insistito su questo punto. Secondo Lilia Leonardi, la preside del liceo scientifico Seguenza, «La sua ordinanza è stata sospesa dal TAR Catania, pertanto la dovrà annullare, comunicarcelo e solo allora noi potremo rientrare in presenza, non prima». E quindi è stata dichiarata assemblea d’istituto straordinaria degli studenti, ma da casa, sulla piattaforma zoom perchè, ha scritto la preside “nella data indicata (14 gennaio, ndr) non è prevista la presenza a scuola”, contrariamente a quanto invece stabilito dal decreto del Tar. La stessa posizione della collega del Seguenza l’ha espressa in una circolare Candida Cacciola, dirigente dell’Istituto comprensivo “Cannizzaro-Galatti”: “Il decreto del Tar deve essere eseguito dalla stessa amministrazione che ha emanato l’atto e che, pertanto, dovrà procedere alla revoca dello stesso”, e quindi “in attesa della revoca dell’ordinanza” (che non ci sarà), anche il 14 tutti a casa. Da parte loro, gli studenti pare che non muoiano esattamente dalla voglia di tornare tra i banchi: l’assessore Gallo nella diretta di ieri ha letto un comunicato giunto attraverso chat da parte di alcuni studenti dell’Istituto Verona Trento che dichiarano che sceglieranno di non entrare in classe. Altri messaggi sono giunti da parte degli studenti del liceo Archimede nel quale si esprimeva la medesima volontà a non entrare a scuola domani.

 

 

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