MESSINA. L’isola pedonale sul viale San Martino resiste agli attacchi giudiziari: è stato bocciato ancora una volta un ricorso mirato all’eliminazione dell’area pedonalizzata presentato da 14 negozianti. Il Tar di Catania non si è limitato a sentenziare in diritto, ma è entrato nel merito della vicenda, spiegando che le ragioni per cui i commercianti chiedevano che fosse eliminata la zona pedonalizzata, non avevano alcun fondamento.
I titolari delle attività commerciali avevano proposto ricorso contro una delibera di giunta del settembre 2023 che prorogava l’isola pedonale sperimentale sul viale san Martino h 24 e sette giorni su sette, perchè, si legge nella sentenza “il provvedimento avrebbe causato una notevole diminuzione del loro fatturato“, e la misura adottata dal Comune “per un verso si sarebbe posta in contrasto con il Piano Generale del Traffico Urbano, per altro verso non avrebbe potuto trovare fondamento nel Piano Urbano di Mobilità Sostenibile”.
Motivazioni che la seconda sezione del Tar di Catania ha fatto a pezzi: “Le censure formulate nel ricorso devono ritenersi prive di fondamento“, scrivono due giudici amministrativi, innanzitutto perchè “il provvedimento impugnato era (nel frattempo è divenuto inefficace per scadenza dei termini in esso previsti) un provvedimento sperimentale”, e come tale “ne giustifica e ne rende irrilevante anche l’eventuale non conformità al P.G.T.U (il piano generale del traffico)”, e quindi “è irrilevante la sua conformità/difformità rispetto agli atti di pianificazione”. Nel frattempo, il consiglio comunale di Messina ha votato favorevolmente il Pums, il piano urbano della mobilità sostenibile, rendendo definitiva l’isola pedonale sul viale san Martino (che sarà ripavimentato senza asfalto nell’ambito dei lavori di rifacimento della tramvia). Questo in diritto. Poi c’è la bocciatura “in fatto”.
Secondo la corte, “In relazione ai presunti effetti dannosi prodotti dal provvedimento impugnato nella sfera dei ricorrenti, che si tratta di profili a stretto rigore non esaminabili in quanto afferenti al distinto ed instaurando giudizio risarcitorio, dedotti, comunque, sulla scorta di una documentazione, relativa alle diminuzioni di fatturato, di dubbia capacità probatoria, sembrando persino superfluo evidenziare la molteplicità dei fattori, anche di tipo economico-congiunturale, incidenti in ogni tempo sugli introiti degli esercizi commerciali (anche a prescindere dalla limitazioni alla circolazione), come dimostrato, tra l’altro, anche dalle diverse percentuali di diminuzione degli incassi dedotte dai diversi esercizi commerciali ricorrenti”. Altre motivazioni, anche queste ritenute non rilevanti e prive di fondamento erano il fatto che essendo Messina priva di alti livelli si smog, la pedonalizzazione dell’area al centro città fosse superflua, e che i marciapiedi del viale San Martino sarebbero stati larghi abbastanza da farci passeggiare i pedoni: i giudici rilevano tra l’altro che nemmeno prima dell’introduzione dell’isola pedonale sul viale fosse possibile parcheggiare.
E quindi il Tar di Catania “dichiara improcedibile la domanda di annullamento formulata nel ricorso introduttivo”, e “rigetta, in quanto infondata, la domanda, formulata nella memoria del 16 novembre 2024, di accertamento dell’illegittimità del provvedimento impugnato”: i ricorrenti dovranno anche pagare 1500 euro al comune di Messina in “spese di causa”.
Quello bocciato ieri è il secondo ricorso contro l’isola pedonale che viene proposto: il primo era stato presentato ad ottobre 2023, ed era stato rigettato, più o meno con le stesse motivazioni, a giugno 2024. Resta in piedi adesso un terzo ricorso, questa volta proposto da un solo esercizio commerciale (esattamente sulle stesse basi su cui poggiava quello rigettato dal Tar), che si discuterà tra un mese circa. In tutti i procedimenti, Palazzo Zanca è stato rappresentato davanti ai giudici amministrativi dal legale Santi Delia.