MESSINA. Sistemazione idraulica e ricostruzione dell’alveo dissestato del torrente Annunziata (del quale esiste un progetto di copertura, ancora nel cassetto) costeranno un milione e 800mila euro: a tanto ammonta l’importo a base d’asta a partire dal quale il comune di Messina appalterà i lavori che riporteranno il torrente che scorre a lato del viale Annunziata ad uno stato almeno dignitoso, con un appalto approvato con delibera di giunta il 13 maggio. L’atto che disponeva i lavori di sistemazione del torrente risale ad aprile del 2017, e a giugno 2018 la Società di ingegneria AB2 Engineering – Progettazione e Costruzione S.r.l. ha consegnato il progetto definitivo.

In che stato è il torrente? Pessimo. “L’alveo cementato del Torrente Annunziata risulta gravemente danneggiato in più tratti e costituisce, in alcuni casi, anche impedimento al normale deflusso delle acque – scrive l’assessore proponente, Francesco Caminiti – il massetto di conglomerato di fondo dell’alveo presenta varie lesioni ed a tratti è addirittura mancante in quanto scalzato e trasportato a valle dalle acque meteoriche”. Per questo, in caso di eventi piovosi appena fuori dalla norma, continua l’assessore, “la presenza di lesioni e mancanza di conglomerato cementizio, possono causare ulteriori dissesti della cavità centrale, e possono dar luogo ad infiltrazioni nelle strutture di fondazione delle spalle in cemento armato costituenti l’appoggio dell’attuale e futura copertura del Torrente, compromettendone la stabilità”.

Cosa prevedono i lavori? “Rimozione e trasporto a rifiuto dei detriti alluvionali presenti lungo il tratto interessato dai lavori ed anche nella parte coperta del torrente a partire dall’incrocio con la circonvallazione fino all’incrocio con il viale Libertà, detriti che occorrerà rimuovere e trasportare alla pubblica discarica prima ancora di eseguire la fase di ricostruzione dell’alveo”, si legge nella relazione. “Realizzazione a monte di una scivola per permettere l’accesso ai mezzi d’opera, scivola che verrà realizzata con il materiale proveniente dagli scavi con finitura in misto granulometrico ed opere di sottoscarpa realizzate con gabbioni metallici – riempito con pietrame da cave di prestito”.

E inoltre “Taglio e successivo rifacimento della cavità centrale dell’alveo, previo posizionamento in senso longitudinale di cordoli in cemento armato ed in senso trasversale di travi catene. Le zone di cavità centrale, così delimitate, così come le zone golenali laterali verranno ricostruite attraverso la realizzazione di un massetto in cemento armato con doppia rete elettrosaldata dello spessore di cm. 15 ed uno strato di conglomerato ciclopico di spessore pari a circa cm. 40, realizzati utilizzando pietrame calcareo o lavico o arenario di pezzatura non superiore a cm. 20; Realizzazione delle briglie originariamente esistenti in conglomerato cementizio armato ed armatura disposta come dagli esecutivi allegati; per tutte le opere in c.a. è stato previsto l’utilizzo di un conglomerato cementizio impermeabilizzato con additivo in polvere o liquido a base acquosa. Risanamento strutturale delle opere di sostegno della sede stradale, sia in fondazione che in elevazione, per la ricostituzione del copri/erro attraverso l’asportazione della parte degradata del calcestruzzo e della ruggine presente nei ferri di armatura, il trattamento con malta passivante ed il rifacimento del copriferro con malta tixotropica antiritiro per uno spessore non inferiore a 2 cm”.

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