MESSINA. C’è un ricorso (un altro) contro l’istituzione dell’isola pedonale, permanente e definitiva, sul viale San Martino, così come disposto dal comune di Messina a settembre, con delibera di giunta, e a meno di tre mesi dall’avvio dei lavori che renderanno il viale, da piazza Cairoli fino a via Santa Cecilia, una vera isola pedonale, senza più asfalto.

Il ricorso è stato proposto dalla società San Martino Srl, titolare del negozio di abbigliamento “Muschio & Miele”, e già tra le proponenti del precedente ricorso, sempre sull’istituzione dell’isola pedonale, che il Tar di Catania ha rigettato quattro mesi fa. Cosa è cambiato da allora? Che il consiglio comunale di Messina ha votato favorevolmente il Pums, il piano urbano della mobilità sostenibile, tra le previsioni del quale c’è proprio la pedonalizzazione del viale. E da allora, “il predetto esercizio commerciale, nel periodo giugno-agosto 2024, ha conseguito una contrazione degli incassi – rispetto al corrispondente trimestre del 2023 – del 32,33%, pari ad oltre 50mila euro”, si legge nel ricorso, presentato dagli avvocati Giuseppe e Giuliano Saitta.

Secondo i quali, “La dedotta carenza motivazionale e istruttoria dei provvedimenti impugnati risulta ancora più marcata con riferimento agli interessi degli esercizi commerciali – qual è quello di proprietà della società ricorrente – che prospettano sull’isola pedonale. Il Comune di Messina, infatti, non ha neppure preso in considerazione il fatto che tali esercizi commerciali sono e saranno “tagliati fuori” dal traffico veicolare e, dunque, saranno meno accessibili da parte dei cittadini”.

Il ricorso mira all’annullamento della delibera di pedonalizzazione e dei provvedimenti conseguenti. “La pregressa scelta di limitare l’isola pedonale dal venerdì sera alla domenica notte – si legge nelle 40 pagine di ricorso – appare più ragionevole e avallata anche dalla Società ricorrente (perché configura un equo bilanciamento tra gli interessi contrapposti); al contrario, la preclusione del traffico veicolare anche nei giorni lavorativi appare obiettivamente incongrua perchè, durante la settimana, gli spostamenti sono determinati per la gran parte dalla necessità di raggiungere l’abitazione, la scuola dei figli o il luogo di lavoro”, per cui, è la tesi della società ricorrente, “il Viale San Martino si rivelerebbe una sorta di isola “desolata” nella quale gli esercizi commerciali – privati dell’accesso stradale diretto e in assenza di traffico fluido nelle strade adiacenti e di sufficienti aree di parcheggio – rimarrebbero del tutto evitati dalla clientela anche nei primi cinque giorni della settimana”.

“In sintesi – continuano i legali – la pedonalizzazione del tratto di Viale San Martino compreso tra la Via Lombardo Pellegrino e la Via Santa Cecilia “tutti i giorni h 24” costituisce il frutto di una scelta arbitraria; dissonante rispetto alle pregresse deliberazioni adottate dal Comune di Messina in materia di isole pedonali e alle indicazioni dell’Assessorato Regionale competente e agli stessi criteri ispiratori del PUMS; priva di adeguata motivazione e di istruttoria idonea; caratterizzata da frammentarietà logica ( correlata a disorganica considerazione di una problematica che dovrebbe determinare l’assetto del traffico veicolare del centro urbano); per di più, del tutto incurante rispetto agli interessi del settore commerciale dell’area e non supportata da alcun favore della cittadinanza residente“.

Nel corpo del ricorso si legge che “Il PUMS sembra invece prefigurare una sorta di ”città ideale” nella quale la pedonalizzazione costituisce un valore assoluto, senza, tuttavia, spiegare a quale esigenza di pubblico rilievo risponda il programmato incremento dell’area pedonale già prevista”.

In punta di diritto, i legali rimproverano al comune di Messina “eccesso di potere per carenza di istruttoria, nonché per irrazionalità e arbitrarietà”, “eccesso di potere per contraddittorietà intrinseca e per arbitrarietà”, “eccesso di potere per contraddittorietà con precedenti provvedimenti, per illogicità e per manifesta arbitrarietà” e “eccesso di potere per ulteriore contraddittorietà con precedenti provvedimenti”. Il comune di Messina, come nel ricorso precedentemente vinto, è difeso dall’amministrativista Santi Delia.

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