MESSINA. Sembrava tutto terminato due settimane fa, invece l’affaire “acqua di Taormina” torna prepotentemente alla ribalta, sempre come polemica politica che nulla ha a che fare con la crisi idrica in cui versa Messina, che è strutturale, non contingente e che con la questione non c’entra nulla.

Tutto nasce da un’intervista rilasciata a Repubblica dal direttore operativo di Siciliacque Massimo Burruano, subito rilanciata dalla senatrice di Italia Viva Dafne Musolino, ex assessora delle giunte di Cateno De Luca e Federico Basile e ora loro più acerrima avversaria politica. “Emerge chiaramente che la scelta del vettoriamento dell’acqua su Taormina, invece che mantenerla su Messina, ha costituito una scelta ad esclusivo beneficio del Comune di Taormina. Questa scelta ha evidentemente aggravato la crisi idrica a Messina”, ha tuonato la senatrice di Italia Viva, seguita da Alessandro Cacciotto, presidente del terzo quartiere ed esponente di Fratelli d’Italia (“si tratta di un fatto gravissimo nei confronti della popolazione messinese messa in ginocchio dalla crisi idrica”, ha dichiarato).

Il problema è che Taormina non ruba acqua a Messina, perché l’acqua in questione appartiene a Taormina e non a Messina. Siciliacque fornisce acqua a Taormina, proveniente dall’acquedotto Alcantara, in virtù di una convenzione del 2005, mentre Messina ha la “sua” acqua, proveniente dall’acquedotto Fiumefreddo, e con Siciliacque non ha alcun rapporto. Il caso è scoppiato perchè l’Amam ha “prestato” la sua condotta a Siciliacque (“vettoriamento” è il termine tecnico), perchè più vicina all’abitato di Taormina, e quindi con maggiore pressione verso la condotta cittadina. L’acqua che l’Amam “trasporta” nelle sue reti e destina a Taormina, proviene ovviamente dall’acquedotto Fiumefreddo, ma la riprende poi da Siciliacque con un bypass all’altezza di Furci Siculo (quindi alla fine il prestito è a somma zero), ed equivale a 12 litri al secondo.

Per chiarire, 12 litri al secondo sono meno dell’1% della portata massima dell’acquedotto che serve Messina (1400 litri al secondo), poco più dell’1% della portata stagionale estiva (mille litri al secondo) e il 4% dell’attuale portata (600 litri al secondo): acqua che non è dell’Amam (non proviene cioè dall’acquedotto Fiumefreddo) ma di Siciliacque (proveniente dall’acquedotto Alcantara, dal quale Messina non può servirsi). Di nuovo, un non problema: anche se Messina si fosse appropriata di quei dodici litri al secondo, dai rubinetti sarebbe sceso il 4% di acqua in più nella migliore delle ipotesi.

Messina potrebbe comunque sfruttare quei 12 litri al secondo? No. O meglio, potrebbe se eventualmente li comprasse (“altri” 12 litri al secondo, quelli sono di Taormina) da Siciliacque, ma Palazzo Zanca e l’azienda mista pubblico-privato (25% Regione Siciliana, 75% azionisti e società guidate da Italgas) non hanno alcun rapporto commerciale: e non potrebbero averlo, perchè a causa della siccità oggi Siciliacque riesce a veicolare un quantitativo di acqua inferiore anche agli 88 litri al secondo che servono per la sola Taormina, mentre il resto va alla ventina di comuni della ionica serviti dalla società.

Ricapitolando: Taormina non ruba l’acqua a Messina, Messina non ne cede (lo faceva fino a pochi mesi fa) a Taormina, la crisi idrica non c’entra niente con la triangolazione Siciliacque, Amam, comune di Taormina.

Ovviamente De Luca ha preso la palla al balzo e ha gonfiato i muscoli, rispondendo a tono in un comunicato piccatissimo in cui ribadisce l’ovvio, e cioè che Taormina ha la sua acqua che proviene dall’acquedotto Alcantara, e Messina quella che invece proviene dal Fiumefreddo. Paradossalmente, a De Luca e all’amministrazione di Messina viene rimproverato un problema che non esiste, e non la disastrosa gestione dell’emergenza. Che non ha nulla a che vedere con Taormina, ma con una rete che perde il 53% dell’acqua, i tempi lenti nei progetti di rifacimento delle reti cittadine finanziati col Pnnr, e soprattutto la folle distribuzione dell’acqua in città, per cui ci sono zone che hanno h 24 e hanno continuato ad avere un’erogazione h 24 anche durante la crisi, e altre zone (le solite, rione Ogliastri, San Licandro, quartiere Lombardo, Faro, Mortelle, San Saba, ma anche Montepiselli, Noviziato Casazza, parte del viale regina Margherita e di recente anche alcune zone dei villaggi in zona sud)) che normalmente hanno cinque ore d’acqua al giorno, e da due mesi hanno acqua h0, per cui i serbatoi e gli ultimi piani non ricevono portata e pressione adeguata, e per rifornirsi hanno bisogno delle autobotti (a loro volta con un servizio di gestione disastroso).

E a proposito di autobotti, nella sua nota Dafne Musolino fa un conteggio secondo cui, se Messina avesse potuto disporre dei 12 litri al secondo di Siciliacque (acqua che non è di Messina, ma di Taormina), si sarebbero potute riempire “286 autobotti da 4 metri cubi ciascuna al giorno, ovvero ben 200 in più rispetto alle attuali 80 che AMAM riesce a mandare in funzione delle maggiori richieste dei cittadini”. Un altro problema che di fatto non esiste: Messina non potrebbe disporre di altre 286 autobotti (che sono probabilmente l’intera disponibilità regionale di autobotti), e il problema per le autobotti non è mai stato l’approvvigionamento o la carenza d’acqua, quanto l’organizzazione.

Un’altra questione, sollevata dalle opposizioni, è perchè Amam non è passata dal consiglio comunale prima di “prestare” la sua condotta a Siciliacque. Un problema di ordine politico anche questo, quindi. Ma che con la crisi idrica non ha nulla a che vedere. 

Subscribe
Notify of
guest

2 Commenti
meno recente
più recente più votato
Inline Feedbacks
View all comments
Filippo Cucinotta
Filippo Cucinotta
23 Agosto 2024 8:44

Sta dicendo che l’acqua che sarebbe potuta arrivare con le condotte è la stessa che viene richiesta ma non può arrivare con la autobotti (perché non ci sono).

Vera
Vera
24 Agosto 2024 13:53

Ma Furci è sicuramente più vicina a Taormina di Gazzi quindi non è chiara la necessità di utilizzare questo “giochino” di prestiti. Cioè l’acqua che ci restituiscono da Furci perché non la danno a Taormina? Sistemino un collegamento che abbia la pressione dovuta.