MESSINA. “Sono allo studio, parla con Emilia Barrile“. È laconico Pippo Trischitta quando gli si chiede se per caso non sia alla riunione di partito alla quale si sono precipitati i suoi colleghi di Forza Italia che ancora in aula consiliare (guarda la produttività del consiglio) si stava spegnendo l’applauso dei dipendenti di Messinambiente per il voto favorevole alla costituzione della MessinaServizi bene Comune.

Parliamo con Emilia Barrile.

“No”. Se Trischitta era laconico, la presidentessa del consiglio comunale è telegrafica. Ma insomma, chi c’era a questa riunione? “Qualche collega sta andando” è tutto quello che si riesce ad estorcere ad Emilia Barrile, oltre ad una faccetta sorridente, che non si capisce se è sardonica o allegra. E quindi?

Il primo voterà si alla sfiducia, lo spiega da settimane in tutti i modi, soprattutto con criptici post su Facebook. La seconda la firma sulla mozione l’ha apposta, ma si è trincerata dietro al ruolo di terzietà che ci si attende dalla sua carica presidenziale, e quindi non la voterà. Trischitta, nonostante la fermezza dei propositi, non sta facendo proselitismo a favore del voto. Emilia Barrile, malgrado la distanza che si è autoimposta dai fatti, invita gli indecisi a… rimanere tali.

Non è bastato un pomeriggio di riunioni fitte fitte per sbrogliare la matassa. Forza Italia non riesce a trovare una posizione unitaria (“Non so niente e non sto capendo niente”, rivela un esasperato Trischitta, che tra i “genovesiani” si trova come un pesce fuor d’acqua), e così andrà in aula a ranghi sparsi, sull’onda emozionale del momento, o su quella razionale dei calcoli politici, mentre chi aveva manifestato indecisione (Simona Contestabile, Pierluigi Parisi ma anche Benedetto Vaccarino) oscilla tra le due alternative senza prendere posizione netta.

Se in Forza Italia regna l’incertezza, nel Pd la situazione è surreale. Non sono bastate una, a volte due riunioni al giorno, con tanto di “calata” del commissario Ernesto Carbone per sbrogliare la matassa: se Antonella Russo è decisissima e motivata a votare la sfiducia, il resto del partito (Claudio Cardile, Gaetano Gennaro e Pietro Iannello) è nella confusione. “Ognuno per se e Dio per tutti? No, piuttosto ognuno di loro pensa per sé, sentendosi Dio”, è la citazione di una fonte vicinissima agli ambienti democratici che commenta la situazione.

Ricapitolando: Centristi per la Sicilia, ex Udc, uniti e compatti, e fanno cinque voti. Dr, oggi Sicilia Futura, agguerritissimi e a ranghi serrati tranne Rita La Paglia, fortemente in dubbio, quindi tre voti certi. I due Ncd ci saranno sicuro, così come due di Forza Italia (Trischitta e Giovanna Crifò) e di SiAmo Messina (Piero Adamo e Fabrizio Sottile), Felice per Messina al completo (Peppino Santalco, Carlo Cantali e Nora Scuderi) e sono altri tre, poi uno a testa da Nicola Cucinotta dei Progressisti Democratici, Donatella Sindoni di Grande Sud (con la spada di Damocle dell’appello giudiziario pendente e dei casini d’aula) e Daniele Zuccarello del gruppo Misto. A seconda della risoluzione dei dilemmi del Pd, il numero oscilla tra 22 e 24. Sicuri, più o meno. Per la sfiducia di voti ne servono ventisette, su quaranta consiglieri, ammesso che ci siano tutti, e non è mai successo, tranne che nel giorno dell’insediamento (la media è di poco oltre i venti necessari al raggiungimento del numero legale).

Nel frattempo, Cambiamo Messina dal Basso ha raccolto oltre tremila firme, che domani saranno consegnate all’omonimo gruppo consiliare, segno tangibile di una mobilitazione cittadina a favore della continuazione dell’avventura di Renato Accorinti e della sua giunta.

Domani, dalle 18 e fino almeno alla mattina, ci sarà da approvvigionarsi di abbondante popcorn.

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