MESSINA. «Il consiglio vada a fare in culo. Io non lascio la città prima di farla uscire da questa situazione».  Questa volta la tensione è durata fino alle ultime ore, ma la telenovela si è conclusa alla solita maniera, al termine di una interminabile diretta che ha assunto le sembianze di uno show televisivo, comprese colonne sonore epico motivazioni, momenti di suspense e sette bicchieri di Ferrari: Cateno De Luca è ancora sindaco di Messina. E salvo uscite di scena anticipate, e nuovi “aut aut”, lo resterà per altri due anni, fino alla fine del mandato. Continua quindi la scia di dimissioni annunciate e mai portate fino in fondo del primo cittadino, presentate questa volta con l’intento di mettere pressione alla Regione Siciliana affinché rimuovesse dall’incarico di direttore generale dell’Asp di Messina Paolo La Paglia (che è ancora lì).

Poi il terreno di gioco è cambiato, spostandosi dalla sanità all’Aula consiliare, passando per l’approvazione del bilancio, votato favorevolmente, ma senza che consiglieri comunali e sindaco si risparmiassero attacchi e controffensive (a distanza: i consiglieri in aula e il sindaco in diretta Facebook).

Nel frattempo, ieri mattina è stata votata la mozione “salva De Luca”, presentata dal consigliere comunale Nello Pergolizzi con l’obiettivo di invitare il Consiglio comunale ad appoggiare il primo cittadino e convincere il sindaco Cateno De Luca a ritirare le sue dimissioni. Atto di indirizzo che si è trasformato in una disfatta ed è stato bocciato con ampio margine, tra chi era assente per protesta e chi lo ha rispedito al mittente senza troppi complimenti (solo sei hanno votato a favore).

La mozione non aveva efficacia dal punto di vista legislativo, visto che non si trattava di una mozione di sfiducia, ma non può che evidenziare la spaccatura sempre più marcata venutasi a creare tra l’Amministrazione comunale (compresi gli assessori con cui oggi si sono venuti a creare diversi battibecchi, con l’allontanamento dall’aula di Laura Tringali, assessore alla scuola) e il Consiglio comunale, attaccato sempre più a muso duro dal primo cittadino, che di recente li ha definiti “asini volanti psicopatici”.

In ogni caso, il sindaco Cateno De Luca ieri sera aveva lasciato intendere che non avrebbe ritirato le sue dimissioni a prescindere dalla presa di posizione del Civico consesso.

Stasera, invece, il nuovo dietrofront, con qualche “modifica”: non si presenterà più in consiglio comunale fin quando non verrà modificato il regolamento sull’astensione e darà le sue deleghe al vicesindaco Carlotta Previti. Annunciato anche un esposto contro il presidente de consiglio Claudio Cardile.

Infine, l’ultimo colpo di teatro, con il cartellone “vietato l’accesso agli asini volanti” affisso all’ingresso della sua stanza. Si conclude così, dopo 3 ore e mezza di soliloquio, la diretta che avrebbe dovuto portare alle sue dimissioni, e che è finita come al solito in uno spettacolo social.

 

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Fabio
Fabio
5 Febbraio 2021 0:48

Il più grande pagliaccio della storia politica mondiale. Se i consiglieri comunali avessero un minimo di dignità voterebbero la sfiducia

Masino
Masino
5 Febbraio 2021 8:47

Se non ricordo male occorre il 60% dei consiglieri comunali perchè la mozione di sfiducia (adeguatamente motivata) produca il suo effetto.

trackback

[…] essere il suo ultimo discorso della sua esperienza da sindaco di Messina e invece si è dimostrato l’ennesimo “al lupo al lupo”, non solo non ha porto il ramoscello d’ulivo, ma ha invece addirittura incrementato […]