MESSINA. Una ne fa e cento ne pensa, in questo periodo, il vulcanico Cateno De Luca. Un mese “intenso” per il neodeputato regionale, tra elezioni, domiciliari, assoluzione in un procedimento e tribunale del riesame che lo libera da tutte le misure cautelari, comparsate in televisione e scontri cruenti con la magistratura (con tanto di annunci di querele)

Adesso tocca a Rosy Bindi, presidente della commissione parlamentare antimafia, sulla scrivania della quale è arrivata una lettera firmata da Carlo Taormina e Tommaso Micalizzi, avvocati difensori dello stesso De Luca. Un atto di diffida dall’inclusione del parlamentare siciliano nella così detta “lista degli impresentabili”, “qualificazione ignota all’ordinamento giuridico e con la quale invece si intenderebbe pregiudicare la reputazione personale e politica delle persone”. Il documento accompagnato daslla ricostruzione di “tutte le aggressioni giudiziarie consumate in danno del deputato regionale, conclusesi tutte con liberatoria per Cateno De Luca”, recita un comunicato.

“De Luca è alla terza legislatura regionale, ha subito ben quindici procedimenti penali, collezionando archiviazioni per inconsistenza delle prove, sentenze di assoluzione perché il fatto non sussiste ovvero di non doversi procedere ma mai è stato coinvolto in procedimenti riguardanti fatti di mafia. Egli, anzi, si è contraddistinto nelle precedenti legislature dell’Ente Regione Sicilia per il fermo e persino plateale contrasto di ogni iniziativa mafiosa e, più in generale, per il sostegno e la pratica della legalità. Basterà trascorrere gli annali relativi alla sua presenza nell’assemblea regionale per riscontrare quanto precede insieme alle operazioni ostruzionistiche che, per queste ragioni, ha dovuto affrontare con personaggi e personalità in un modo o nell’altro attinte da giudizio di mafiosità”, scrivono i due legali.

“Essendo emersa – continuano Taormina e Micalizzi – a livello di organi di stampa la possibilità che da parte della Commissione dalla S.V. presieduta venga stilato un elenco di persone che hanno partecipato e sono state elette a seguito delle ultime consultazioni elettorali e che dovrebbero essere qualificate come “impresentabili”, a parte ogni considerazione intorno alla praticabilità di simili iniziative sul piano giuridico e sociale, questione sulla quale in questa sede non si intende formulare valutazione alcuna, è interesse dell’Onorevole Cateno De Luca rendere chiara la sua posizione che, sotto alcun profilo, mai potrebbe essere ricondotta ad una condizione di impresentabilità”.

Per questo, i due legali ripercorrono le vicende giudiziarie del loro assistito, allegando le sentenze e le pronunce che lo scagionano dalle accuse: “L’Onorevole De Luca è stato una prima volta arrestato il 27 giugno 2011 e, dopo sei anni, il relativo procedimento si è concluso con la sentenza di assoluzione  e di proscioglimento pronunziata dal Tribunale Penale di Messina il 10 novembre 2017, ed una seconda volta con ordinanza dell’8 novembre 2017, due giorni dopo la sua elezione a deputato regionale, provvedimento annullato dal Tribunale del Riesame in data 24 novembre , azzerando ciascuna delle ipotesi di reato oggetto di contestazione nei confronti del parlamentare siciliano. Alla data del 5 ottobre 2017 , l’Onorevole De Luca risultava incensurato  e pendeva a suo carico l’unico processo (n. 4700/09) nel quale è intervenuta la sentenza di assoluzione e di proscioglimento prima ricordata”.

Quindi le lamentazioni: “Ciò non sarebbe possibile affermare sulla base dei responsi resi dalle molteplici Autorità Giudiziarie del Tribunale di Messina, le quali, pur dopo aggressioni non accettabili, hanno sempre emanato provvedimenti liberatori e, ripetesi, il predetto non è mai stato attinto da sospetti di mafiosità. Né detta qualificazione potrebbe attagliarsi allo stesso Deputato siciliano in omaggio ad una definizione di tipo sociologico della categoria dei cd “impresentabili”, serbando da sempre comportamenti corretti e moralmente ineccepibili per i quali ha possibilità di totalizzare risultati elettorali di assoluto rilievo per la considerazione esclusivamente positiva che da sempre riguarda la sua persona in conseguenza della sua straordinaria vicinanza alle persone più deboli e per le capacità di eccellente amministratore che ha sempre riversato a beneficio delle collettività di cui si è interessato come sindaco del comune natio di Fiumedinisi nonché di quello di Santa Teresa in Riva, da poco lasciato in previsione della possibile sua elezione a deputato regionale”.

“In breve – concludono gli avvocati – sarebbe autentico sfregio nei confronti dell’Onorevole De Luca tentare anche il benché minimo accostamento a chi con metodi mafiosi, clientelari e di voto di scambio ha potuto, anche nell’ultima consultazione elettorale, assurgere alla posizione di deputato regionale. In relazione a quanto precede, per mio tramite, l’Onorevole Cateno De Luca confida fin da ora nella correttezza, competenza ed equanimità della S.V. Ill.ma perché, laddove intenda impegnare la Commissione antimafia nella redazione dell’elenco degli “impresentabili”, si astenga a ricomprendervi il nominativo del predetto, non senza sottolineare la gravità delle conseguenze che ne deriverebbero sul piano della reputazione, personale e politica e che  obbligherebbero ad attivare tutte le iniziative giudiziarie capaci di rendere ristoro”.

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