MESSINA. Due consiglieri comunali del Pd, Antonella Russo e Felice Calabrò, contestano l’aumento di indennità per il sindaco Federico Basile (e a cascata per la Giunta, i cui emolumenti sono proporzionali a quelli del sindaco). Di seguito la nota integrale. “Senza entrare nel merito della nostra non condivisione del provvedimento, e particolare (determinazione comunale) e generale (legge nazionale e legge regionale), attesa la non rilevanza in questa sede, appare, invece, utile evidenziare l’inopportunità assoluta della determinazione in esame in relazione alla premessa generale ed ancor di più in relazione alla situazione economico-finanziaria deficitaria del nostro ente, che ricordiamo essere ancora sottoposto a procedura di riequilibrio, il cui esito è ancora incerto. Infatti, è doveroso chiedersi, scrupolosamente ed in maniera approfondita, quanto segue: all’interno di una collettività in cui molte famiglie hanno serie e concrete difficoltà a garantirsi l’essenziale, in cui molte imprese affrontano enormi disagi, tali da metterne in dubbio l’esistenza stessa, era così necessario adottare una determina del genere? Riteniamo di no, assolutamente di NO. A tal proposito occorre fare un poco di chiarezza. Differentemente da quanto sostenuto dall’amministrazione, l’aumento in questione non è un atto dovuto, non è un adeguamento automatico, ma è un atto facoltativo, o ancora meglio discrezionale. Infatti, la L. 234/2021 (legge statale) all’articolo 1 commi 583,584 e 585, ha previsto gli aumenti delle indennità degli amministratori locali, stanziando anche le relative risorse, ma soltanto per gli amministratori degli enti locali ricadenti all’interno delle regioni a statuto ordinario. Per contro, nelle regioni a statuto speciale, come la nostra Sicilia, è il legislatore regionale che deve recepire la norma nazionale, cosa che la regione siciliana ha fatto con la legge del 25.05.2022 n. 13, articolo 13, comma 51. Tuttavia, con tale ultima disposizione, il legislatore isolano, concedendo ai comuni la facoltà di adeguarsi alla norma nazionale, ha specificato chiaramente che in tal caso le risorse per far fronte alla maggiore spesa devono essere prelevate dal bilancio del singolo ente locale. Quindi, in soldoni, l’ente locale che dispone l’aumento delle indennità degli amministratori dovrà mettere le mani nelle proprie tasche. Ma allora, era davvero opportuno? Inoltre, sotto altri profili, squisitamente tecnico-giuridico-finanziari, il provvedimento adottato pone notevoli dubbi: 1) la forma del provvedimento adottato, ovvero la determinazione dirigenziale, è corretta? Riteniamo di no. La nostra opinione, umilissima e per nulla pretenziosa, trae origine da un ragionamento logico-giuridico. Come detto i comuni siciliani, attesa la norma regionale del maggio scorso, hanno la facoltà di adeguarsi, facoltà che presuppone l’esercizio di un potere discrezionale, che presuppone una chiara scelta politica, scelta che spetta soltanto ed esclusivamente alla giunta municipale, del resto non potrebbe essere altrimenti. Tale impostazione trova riscontro nella condotta di molti comuni siciliani, i quali, esercitando la facoltà concessa dall’Assemblea Regionale, per adeguare le indennità degli amministratori locali, hanno emesso, correttamente, una delibera di giunta municipale. Inoltre, con circolare del 16.01.2020, l’Assessorato regionale alle Autonomie Locali, con riferimento ai comuni più piccoli, ha evidenziato che l’ammontare delle indennità degli amministratori è stabilito con delibera di giunta o delibera consiliare. 2) Sono stati posti in essere tutti gli adempimenti contabili-finanziari necessari? Anche in questo caso riteniamo di no, ragione per la quale abbiamo inoltrato apposita interrogazione agli organi competenti. Per quanto sopra, da un’amministrazione attenta e coscienziosa (possiamo così etichettare un’amministrazione che non è riuscita a corrispondere, nei tempi dovuti, ai propri dipendenti parte del legittimo salario accessorio???), ci attendiamo l’immediata manifestazione dell’indirizzo politico volto ad ottenere l’annullamento del provvedimento contestato.

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