MESSINA. «Da oggi io mi trasferisco a Palermo sino a quando la Legge di stabilità non sarà approvata quantomeno in Commissione Bilancio all’Ars e questi 404,5 milioni siano legittimamente restituiti ai siciliani. Occuperò tutti i palazzi: guai se si tenti l’ennesimo scippo al territorio». Parole del sindaco Cateno De Luca, che in una nota prende posizione sulla Finanziaria 2020, attaccando il presidente Nello Musumeci e il M5s.

«Che ci sia qualche vendetta in corso da parte del Governo regionale? A pensar male alle volte ci si azzecca. Intanto io trasferisco la mia dimora a Palermo perchè la palla è passata la Parlamento», scrive, facendo riferimento alla sentenza n. 62/2020, depositata il 10 di aprile, in cui la Corte Costituzionale boccia l’impugnativa che il primo Governo Conte fece nei confronti di gran parte della Legge finanziaria della Regione siciliana. «Tali fondi (404,5 milioni di euro) – prosegue – adesso sbloccati, sono stati stornati dalla Giunta Musumeci, che nell’attuale discussione della legge finanziaria, all’art. 5 chiede al Parlamento di utilizzarli per fronteggiare l’emergenza da Covid-19, nonostante ci sia oltre 1 miliardo di euro di fondi extra bilancio ancora non spesi e non programmati dalla legge di stabilità in discussione».

«Non è vero che questi soldi sono l’unica ancora di salvezza per tamponare l’emergenza da Covid-19. Per questo ci sono altre risorse, e avrò modo di dimostrarlo», continua, citando “miliardi di euro non spesi chiusi nei cassetti”, afferenti i cosiddetti ‘fondi extra bilancio’, e l’articolo 99 della Finanziaria 2018 (‘Interventi nell’ambito della programmazione regionale unitaria’), “che prevedeva una serie di interventi specifici valevoli su tutto il tessuto siciliano, anche quello messinese”.

«Tale articolo fu avversato sin dagli albori – continua il primo cittadino – in modo particolare dal M5S e nella fattispecie dall’allora capogruppo Valentina Zafarana, deputata messinese che per gelosie locali ha condotto una guerra nei miei confronti. Non le importava nulla che parte di tali somme – quasi 100 milioni – era destinata a Messina come compensazione per ciò che negli anni le era stato rubato. Questa è storia: il Governo a trazione cinquestelle a luglio del 2018 ha impugnato l’articolo 99, su input dei grillini siciliani. Su questo non c’è dubbio. A distanza di 2 anni dal pronunciamento e per i quali 404,5 milioni sono stati congelati per mera gelosia, solo per la caccia all’uomo, la Corte dice che in tale articolo non c’era nulla da impugnare, non è stato ravvisato nulla che meritasse l’ostruzionismo da parte sia di deputati regionali che del governo nazionale. A causa di una schifosa azione portata avanti dal delirio dei cinquestelle siciliani, il primo Governo Conte, ha leso il principio di leale cooperazione istituzionale».

Poi l’attacco al Governatore. «Nel momento in cui la sentenza è depositata, l’attuale Governo Musumeci che immediatamente doveva far valere i diritti dei siciliani a Roma, perché si tratta di fondi scippati al territorio, cosa fa? Il 10 aprile scorso approva la legge di stabilità, in cui all’art. 5 si specifica che la Regione è autorizzata all’utilizzo dei fondi extra bilancio e le somme del POC 2014/2020 ancora non vincolate, per contrastare gli effetti del Covid-19. In sostanza chiede al Parlamento il mandato a riprogrammare tutto, abrogando le leggi che sono in contrasto con questo mandato. Cosa significa? Che norme come l’art. 99 da me redatto per la finanziaria del 2018, che è stato impugnato da Conte ma giudicato ineccepibile dalla Consulta, possono essere azzerate. Quindi la Giunta, nonostante la sentenza della Corte che giudica vitali tali somme per la Sicilia, con un colpo di spugna li cancella?».

«Agli amici dei cinquestelle – conclude – dico infine: questa è l’occasione per dimostrare al territorio che dinanzi a tali nefandezze non c’è colore politico. Vi invito a dare una mano affinché si difenda tale norma non solo per Messina ma anche e soprattutto per l’intero territorio regionale. Vi dico io dove trovare i fondi per l’emergenza sanitaria. Se metto piede a Palazzo d’Orleans, mi basterebbero pochi minuti per trovare un cassetto dove sono riposti almeno altri 800 milioni non spesi. Lo apriamo e lo destiniamo a tutte le finalità che abbiamo discusso».

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