MESSINA. Lentamente Messina si accinge a uscire dalla clausura di oltre un mese e mezzo dovuta alle misure restrittive per evitare il contagio da coronavirus. Ma sulla base di quali numeri? E che “riapertura” sarà? Non è facile da prevedere, ma qualcosa si può provare a dedurre dalla curva epidemiologica.

Che per prima cosa dice che il numero dei casi positivi non cresce in maniera proporzionale all’aumentare del numero dei tamponi eseguiti: si alza il numero dei test somministrati (e analizzati), ma il campione dei contagiati rallenta, spesso anche di molto, invece di salire. E questa, ovviamente, è una buona notizia: il Policlinico ha chiarito che sono circa 500 i tamponi giornalieri che si riescono ad analizzare a Messina, e il numero dei nuovi contagiati registrati giorno per giorno nella provincia messinese diminuisce sempre di più (fatta eccezione per lunedì 21).

L’apice dell’incremento, il famigerato e temutissimo “picco”, sembra essere stato raggiunto il 28 marzo, giorno in cui si sono registrati 52 nuovi contagiati in sole 24 ore. Da quel momento, si è registrato un forte calo, che sembra continuare a diminuire, anche se con alti e bassi: due giorni fa uno degli incrementi più alti degli ultimi giorni (+16), e ieri quello più basso (+2). Nel frattempo, sabato 18 marzo il Policlinico ha annunciato di aver “smaltito” i tamponi arretrati e proprio il giorno dopo l’incremento è diminuito di quasi la metà.

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Si nota anche che un calo del numero dei contagi si era registrato intorno al 14 di aprile, in quanto il periodo era quello delle festività pasquali e il numero dei test era ragionevolmente ridotto.

La realtà messinese non rispecchia altro che tutto l’andamento regionale (benchè sia la seconda peggiore dell’isola, nel rapporto tra abitanti e contagi), dove proprio negli ultimi giorni il numero dei tamponi è volato sopra ai 3.500 giornalieri, mentre il numero dei nuovi contagiati è rimasto costante nonostante il raddoppio dei test: sempre tra i 40 e i 50. L’eccezione resta sempre lunedì 21, quando si è registrato l’incremento più alto (+76).

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Quindi tutto bene, e dal 4 maggio liberi tutti? No. Affatto. Perché a Messina (e in Sicilia) il numero dei contagi continua ad aumentare, seppur piano, e non si è ancora arrivati alla fatidica soglia dei “contagi zero”. A scendere, infatti, è la velocità con cui la gente si infetta e questo rappresenta un vantaggio per il sistema sanitario che, essendo meno affollato, può permettersi interventi più tempestivi e quindi potenzialmente più efficaci.

Concludendo, non siamo affatto fuori dall’emergenza, e non siamo nemmeno in una fase di plateau, visto che il numero dei contagi (seppur lentamente) continua ad aumentare. La velocitá con cui la gente si infetta si è notevolmente ridotta, ma la pandemia avanza, seppure lentamente, e dal punto di vista scientifico siamo davanti a qualcosa di incontrollabile (nonostante tutte le misure contenitive e restrittive messe in atto).

Perché va bene che la velocitá di contagio sia rallentata e che da giorni (soprattutto in alcune regioni) si assista ad un andamento altalenante (numeri che aumentano e diminuiscono di pochissimo, in intervalli di tempo estremamente ravvicinati), ma in un momento in cui non si conosce con esattezza il numero di asintomatici e/o di paucisintomatici e se l’infezione conferisca immunità (e soprattutto a chi la conferisca), un “liberi tutti” indiscriminato potrebbe rivelarsi controproducente. Una pandemia, infatti, non segue un andamento ordinato (a maggior ragione quella attuale, provocata da un virus di cui si conosce poco e niente), e ad oggi non permette di poter affermare se dopo la fase di plateau seguirà necessariamente una fase discendente (e non una nuova impennata dei contagi).