MESSINA. Secondo il comune di Messina, “sono 2100 o 2200 i cittadini in sofferenza idrica, poco più dell’1% della popolazione“, riferendosi al razionamento idrico nelle zone A e B. “Questo dato non può far dire che tutta Messina è stata senz’acqua. Intendiamoci, se anche fosse un solo cittadino a non avere acqua sarebbe un problema, però i problemi vanno anche contestualizzati”, ha spiegato il sindaco Federico Basile durante la conferenza stampa in cui l’amministrazione e l’Amam, hanno relazionato sull’andamento dell’emergenza idrica messinese.

Come si sta ovviando? Posto che la crisi idrica messinese è strutturale e non contingente, la presidentessa di Amam, Loredana Bonasera, ha spiegato che saranno rimodulati i cronoprogrammi dei lavori di sostituzione della rete idrica terziaria, quella che dalle strade arriva ai rubinetti delle case, che oggi perde il 53% dell’acqua che arriva in città, progetto finanziato con fondi Pnrr per 21 milioni: nelle sostituzioni dei 150 km di reti, saranno prioritari gli interventi nelle zone storicamente “problematiche”, quelle che l’amministrazione ha identificato in zona A e B che oggi sono oggetto di razionamento dell’acqua a giorni alterni per poter permettere una portata e una pressione sufficienti.

Sul fronte degli interventi emergenziali con le autobotti richieste dai cittadini per riempire i serbatoi, l’assessore alla Protezione civile Massimiliano Minutoli ha spiegato che, dopo un avvio piuttosto stentato, “il tasso di evasione delle richieste è passato dal 45 all’85%, oggi siamo al 100%”. Anche perchè le richieste di intervento sono passate dalle 312 del 2 agosto alle 70 del 26 agosto.

Ma in concreto, quanta acqua arriva a Messina? Poca: rispetto a giugno 2023 c’è stato un calo del 25% dovuto essenzialmente alla crisi idrica regionale. Da tutte le fonti, quindi gli acquedotti Fiumefreddo (che provvede al 70% del fabbisogno di acqua) e Santissima, e da pozzi e sorgenti cittadine, l’erogazione è stabilizzata su poco meno di mille litri al secondo. Non fornisce acqua l’acquedotto dell’Alcantara gestito da Siciliacque, rispetto ai 100 litri al secondo degli anni scorsi nei periodi estivi: per contratto Siciliacque deve rifornire una ventina di paesi della zona ionica con una dotazione normale da 600 litri che oggi è ridotta a 200 litri al secondo. Proprio Siciliacqua è stata al centro del (finto) problema dell’estate, e cioè i 12 litri al secondo che l’acquedotto messinese veicola a Taormina (e che Siciliacque restituisce all’altezza di Furci: 12 litri al secondo è l’1% dell’acqua che arriva a Messina.

 

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