MESSINA. “Dall’inizio della pandemia ad oggi sono stati riscontrati a Messina e provincia 12.313 casi di contagi da Covid19, di cui la grandissima parte si sono verificati nel periodo della seconda ondata. Ed analizzando i dati si riscontra che la ripresa dei contagi, iniziata a fine settembre, è andata intensificandosi nei mesi di ottobre, novembre, dicembre e primi giorni di gennaio. Ripresa che si sta caratterizzando con un trend di crescita, arrivato ad una media di quasi trecento casi positivi al giorno, tanto da far riscontrare, allo stato attuale, la positività di 7000 persone di cui più del cinquanta per cento in città“.

E’ quanto analizza il Gruppo di Iniziativa Civica “RispettoMessina”, evidenziando anche che “negli ultimi mesi sono stati riscontrati quasi 6000 casi di contagi solo a Messina città, con, purtroppo, tante, troppe persone decedute, ed attualmente i casi riscontrati sfiorano i 4000”.

“Ma di tutto ciò, la stragrande maggioranza dei cittadini messinesi è all’oscuro, perché i cittadini non sono stati informati da chi aveva il dovere di farlo, oltre ad avere il dovere di adottare, e far rispettare a livello locale tutte le misure necessarie per cercare di contenere la ripresa virulenta della diffusione del contagio – asseriscono – Invece, per questa seconda ondata si è verificata una totale sottovalutazione ed una minimizzazione del fenomeno, ed una mancata percezione di quanto stesse accadendo”.

“E solo ora, in maniera tardiva, si pensa di attivare misure che dovevano essere adottate nella nostra città nei mesi scorsi, quando invece è stato registrato un contesto da “liberi tutti”. Finendo così con il mancare anche allo espletamento di doveri istituzionali che derivano dalle normative vigenti – continuano in una nota – Difatti secondo la legge 833 /78 il Sindaco di un Comune è il responsabile della tutela della salute in senso lato della popolazione del suo territorio; e secondo il D. L. 299 /99 al Sindaco sono affidati i poteri di programmazione, di controllo, e di giudizio sull’operato del direttore dell’Asl, ruolo che può essere svolto anche dagli altri Sindaci dei comuni della provincia”.

“Da ciò ne deriva l’istituzione della Conferenza dei Sindaci, che è un organismo rappresentativo delle autonomie locali, con funzioni di indirizzo e di controllo sulle attività socio-sanitarie, e di partecipazione alla programmazione di tali attività – spiegano ancora – Un organismo plurale che concorre alla individuazione dei bisogni sociali, socio-sanitari, e sanitari delle comunità rappresentate per realizzare percorsi e processi integrati di protezione sociale, socio-sanitaria e sanitaria a favore dei cittadini”.

“E mentre nelle altre regioni tale Conferenza dei Sindaci (articolata in distretti socio-sanitari) è l’insieme dei Comuni che fanno parte della Azienda Sanitaria Locale, in Sicilia è formata dai Comuni che fanno parte della Azienda Sanitaria Provinciale. E come avvenuto in altre città metropolitane, spetta al Sindaco di tale Ente di Area Vasta, attivare la Conferenza con la costituzione di un organo esecutivo ai cui lavori partecipa anche il direttore dell’Asp del territorio – aggiungono – Un organismo partecipato che agisce in piena sinergia e raccordo con l’Asp. Di tutto ciò, nella nostra realtà, non abbiamo avuto sentore, perché si è preferito perseguire una logica monocratica all’insegna di scontri e tensioni e di attacchi mediatici”.

“E non solo. Perché in ottobre, quando già si registrava la ripresa dei contagi, il sindaco di Messina, nonché Sindaco della Città Metropolitana, attaccava, deridendoli i provvedimenti del Governo Nazionale, ed addirittura si poneva a capo della protesta, preannunciando improbabili rivolte popolari contro i DPCM e i decreti del Presidente della Regione, caratterizzati da misure restrittive. Anche se in maniera contraddittoria, sempre lo stesso sindaco, affidava una delega assessoriale specifica per “il coordinamento delle attività ed i servizi per contrastare la diffusione del covid19, mentre nel periodo natalizio organizzava e partecipava ad eventi con assembramenti – sottolineano – Comportamenti a fasi alterne che hanno finito con il disorientare i cittadini che assistono anche alla continua esposizione di “capri espiatori” “.

“Sarebbe invece necessario che con grande senso di responsabilità, riconoscendo le proprie mancanze, venissero attivate sinergie e collaborazioni necessarie per fronteggiare una situazione che va sempre piu aggravandosi, senza riproporre “maschere” da sindaco “sceriffo”, di cui non si avverte, per niente, la nostalgia”, concludono.

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