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“Caro diario”, di Nanni Moretti (1993)

 

Vincitore del premio per la miglior regia al Festival di Cannes 1994, “Caro diario” è una delle opere più celebri di Nanni Moretti, che interpreta se stesso in un film diviso in tre episodi: il primo è ambientato in una Roma estiva e semideserta, mentre il terzo racconta della sua odissea alle prese con un linfoma di Hodgkin.

A metà fra i due, l’episodio dal titolo “Isole”, girato alle Eolie, il luogo scelto dal regista per sfuggire alla frenesia della vita cittadina. Almeno in teoria… perché ben presto la vacanza anti stress che aveva immaginato si trasforma in un vero incubo. La visita inizia in una Lipari caotica e assediata dai turisti, dove vive il suo amico Gerardo. I due si spostano sull’isola di Salina, dove vengono accolti da una coppia di amici e dal figlio viziato e teledipendente. Gerardo, nel frattempo, da sempre allergico al mezzo televisivo, se ne scopre casualmente affascinato, in particolare dalle soap opera.

Il tour prosegue poi a Stromboli e quindi a Vulcano, location di una delle scene più esilaranti e surreali di tutto il film, con Gerardo, fine intellettuale che ha trascorso gli ultimi 11 anni a studiare l’Ulisse di Joyce, che arriva a chiedere ai turisti statunitensi di svelargli in anteprima le vicende di Beautiful. Dopo Vulcano è la volta della mondanissima Panarea, e quindi di Alicudi, la più “selvaggia” dell’arcipelago, priva di acqua corrente ed elettricità. Finalmente entrambi sembrano soddisfatti… ma c’è un piccolo problema: non c’è la tv. Una circostanza che spinge Gerardo, ormai seriamente dipendente, a scappare disperato dall’isola.

 

 

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