MESSINA. Al termine di un lungo teatrino, arrivato al termine di una lunga giornata, l’ex sindaco dimissionario Cateno De Luca ha scelto il suo successore, con un’investitura di sapore tardo medievale: anche precedente, tipo antica Grecia, a giudicare dalla lanterna con cui, insieme al suo delfino, il sindaco di Santa Teresa di riva Danilo Lo Giudice, come due Diogene hanno inscenato il teatrino della ricerca del candidato. E lo hanno trovato, bussandogli alla porta a mezzanotte e mezza inoltrata, in Federico Basile: quello che Lo Giudice, qualche minuto prima, tracciando la figura del nuovo candidato ancora senza nome nella interminabile diretta facebook, aveva spiegato sarebbe dovuto essere un candidato della “normalizzazione”, senza gli spigoli, le esagerazioni e l’istrionismo eccessivo di De Luca, che un ultimo colpo di cinema lo ha comunque voluto piazzare: nonostante la scenetta in cui il neo candidato doveva essere ignaro dell’investitura e stupito della visita, Basile era a brindare all’addio di De Luca in piazza Duomo fino a dieci minuti prima.

Attuale direttore generale del comune di Messina, Basile è rapidamente diventato un uomo di fiducia di Cateno De Luca benchè in quota Sicilia Futura, compagine di centrosinistra che sosteneva la corsa a sindaco di Antonio Saitta: nella lista, alle amministrative del 2018 è stata eletta la moglie Daria Rotolo, che si è dimessa dal suo ruolo di consigliera comunale più o meno quando Federico Basile è stato nominato direttore generale. Basile si era invece presentato alle amministrative del 2013 nella lista Dr (l’embrione di Sicilia Futura, sempre ispirata dall’allora deputato regionale Beppe Picciolo), e con 896 voti fu il primo dei non eletti. Nonostante questo, in quel consiglio Basile non mise mai piede, perchè dall’amministrazione vincente, quella di Renato Accorinti, fu scelto come revisore dei conti prima, nel 2013, e presidente dello stesso collegio dopo, dal 2017 fino a fine sindacatura, nel 2018.

Tre anni fa, a febbraio 2019, De Luca si avvicinò per la prima volta a Basile dandogli un incarico da esperto a titolo oneroso, conferito con decreto sindacale al fine di fornire “supporto normativo e gestionale per l’attuazione ed il contestuale monitoraggio amministrativo-contabile delle misure del piano di riequilibrio finanziario pluriennale 2014-2033, approvato con delibera n. 85/c del 23 novembre 2018, in attuazione del pacchetto di azioni denominato “Salva Messina”.

Quarantaquattro anni, commercialista e revisore dei conti dal 2006, dipendente dell’università di Messina, spesso con funzioni da supporto economico-finanziario, è stato esperto dei comuni di Itala e Montalbano Elicona, in materie finanziarie e marketing del territorio, quindi nel 2020 è stato presidente del nucleo di valutazione della Città metropolitana, e nello stesso anno,  a fine ottobre, De Luca lo sceglie per il ruolo di direttore generale (carica che, ad inizio mandato, aveva cancellato dalla pianta organica del Comune, sostenendo che “tale ruolo non è previsto nel mio progetto politico e per ridurre i costi della burocrazia“). Curiosa circostanza, otto mesi dalla nomina, lo stesso De Luca chiede alla segretaria generale Rossana Carrubba di valutare se esistano profili di “inconferibilità, incompatibilità e conflitti d’interessi”. Non ne esistono, e a quel momento, Basile diventa il punto di riferimento del sindaco per le finanze del comune di Messina, soprattutto davanti alla Corte dei conti, di fronte alla quale Basile ha materialmente scritto le controdeduzioni ai rilievi dei magistrati contabili al piano di riequilibrio.

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